A.I.: ho visto cose che voi umani ...

Leggi tutto...Con un po' di ottimismo, il noto inventore e saggista americano Ray Kurzweil l'aveva messa così, tempo fa: «L'intelligenza artificiale raggiungerà i livelli umani intorno al 2029. Continuate a seguirla, per esempio, fino al 2045: avremo moltiplicato l'intelligenza, quella della macchina biologica umana della nostra civiltà, per un miliardo di volte». Ora, forse non andrà così. Forse occorrerà più tempo. Ma è senz'altro vero che l'intelligenza artificiale – costituita da algoritmi, sempre più complessi e strutturati per consentire alle macchine di realizzare meglio delle persone attività tipicamente umane – si sta rendendo protagonista di un'evoluzione impressionante. Tre leve l'hanno resa davvero performante: la disponibilità di estreme potenze di calcolo, la crescita esponenziale dei dati da analizzare e algoritmi e reti neurali in grado di apprendere sempre di più e sempre meglio. E il quadro che si sta delineando prevede sviluppi per ognuno di questi fattori: la miniaturizzazione estrema dei chip, a livelli di fisica quantistica; l'utilizzo di Dna artificiale per lo storage e quello di nuovi algoritmi. Un'occhiata sul futuro prossimo, questa, data dal Direttore Divisione Enterprise Services di Microsoft Italia Fabio Moioli, nel contesto di una giornata della Microsoft Digital Week – la sette giorni di Milano dedicata alle soluzioni per il Digital Business – interamente dedicata all'AI.


Al Mecspe la digital factory by Cisco

Leggi tutto...Tre le carte strategiche dell'offerta di Cisco, gigante globalizzato del networking e dell'IT, al Mecspe di Parma – fiera di riferimento dell'industria manifatturiera – in vista della trasformazione digitale delle aziende: una rete di fabbrica che fornisce connettività cablata e wi-fi, e che quindi costituisce una sorta di spina dorsale per l'Industry 4.0; un router che consente l'analisi dei dati in prossimità delle macchine che li hanno generati, e ciò anche in vista della manutenzione predittiva; e infine una soluzione di collaboration che peraltro permette di interrogare le macchine sulla loro attività con un servizio di messaggistica. La seconda soluzione è stata integrata con Alleantia e Italtel. A proposito di quest'ultima, ha presentato una soluzione di remote maintenance con caschetto, telecamera e cuffie, studiata per collegamenti a una room di assistenti ed esperti. Di tutto ciò abbiamo parlato con Cristian Perissinotto, Technical Solutions Architect di Cisco e con Tommaso Barlotti, innovation manager di Italtel.


Candy: IoT e nuove strategie per fidelizzare

Leggi tutto...Fidelizzare il cliente. Creare una loyalty passiva in grado di incidere sulle scelte future del consumatore, che resta in contatto con l’azienda grazie ad una app e all’interconnessione degli elettrodomestici. Una delle modalità grazie alle quali il digitale genera valore per l’azienda, e al contempo parte della strategia di interazione continua e di customer retention che dovrebbe contribuire, secondo i piani di Candy – unico produttore italiano di bianco dopo la vendita di Indesit a Hoover – al raddoppio del fatturato entro il 2021. Candy, già oggetto di analisi su Industria Italiana (qui), torna argomento di analisi appunto per comprendere questi aspetti dell’interconnessione. Perché sono tanto importanti? Quale valore economico ne deriva? Le risposte le ha fornite il presidente dell’azienda e direttore settore washing appliances Aldo Fumagalli durante un recente incontro organizzato da Kpmg a Monza, ad Assolombarda, dal quale è stato tratto il materiale utile alla realizzazione dell’articolo.

Pharma e carta: a Lucca le sfide di Industry 4.0

Leggi tutto...Non c'è un settore dove la tracciabilità conti quanto in quello farmaceutico. La possibilità di verificare la storia, i movimenti e il percorso di un prodotto ha un valore di pubblico rilievo, perché ha determinanti ripercussioni sulla salute e sulla sicurezza delle persone. Se poi il comparto è quello dei plasmaderivati, risalire a tutte le fasi dell'iter, dal donatore di plasma al ricevente, può rivestire un'importanza vitale. La novità è che con il 4.0 la tracciabilità è stata automatizzata grazie a software che da una parte sono in grado di ricostruire tutti i passaggi, e dall'altro di rendere accessibili tutte le informazioni raccolte in tutte le fasi del processo. Ma non è l'unica mossa dell'industria farmaceutica in tema di trasformazione digitale. Il settore avanza raccogliendo, analizzando, condividendo grandi quantità di dati e serie temporali raccolte da più fonti a dirette a più persone e sistemi. Se ne è parlato a Lucca, dove si è tenuto il seminario "Qualità e industria 4.0: esperienze territoriali in ambito Pharma e Carta". L'evento era una tappa del tour nazionale organizzato da Sps Ipc Drives Italia, in vista della fiera dell'automazione e del digitale (legata al gigante tedesco Messe Frankfurt) che si terrà a Parma dal 22 al 24 maggio. Ecco l'esperienza di due aziende del settore farmaceutico e di una della carta legate al distretto produttivo lucchese.

Siemens e Adecco formano le nuove competenze per Industria 4.0

Leggi tutto...Con l’avvento della Quarta Rivoluzione industriale, le aziende hanno bisogno di collaboratori dotati da una parte di conoscenze tecniche e di linguaggi professionali in grado di dominare le nuove tecnologie, dall’altra di soft skill per affrontare il mondo esterno di clienti, fornitori, pubbliche amministrazioni e per gestire team e lavorare in modo collaborativo con i colleghi. Di qui “Build Your Future”, progetto di alternanza scuola lavoro frutto della collaborazione tra Siemens, multinazionale leader nelle aree dell’elettrificazione, automazione e digitalizzazione, e Adecco, società di The Adecco Group, che sviluppa e valorizza il capitale umano. Il progetto porterà in più di 30 scuole italiane percorsi di orientamento e formazione volti allo sviluppo di entrambi i generi di competenze. Altri numeri: 1.000 studenti, 60 aziende, 400mila ore di alternanza. Rivolto agli istituti tecnici e professionali a indirizzo elettrotecnico, elettronico, meccanico meccatronico e telecomunicazioni, il progetto si svilupperà lungo 3 anni, coinvolgendo le classi dal terzo al quinto anno in 400 ore di lezione teoriche e tecnico-pratiche e con l’obiettivo di preparare gli studenti ai nuovi fabbisogni occupazionali. Culmine del percorso la realizzazione di un vero progetto di automazione con il quale i ragazzi potranno mettere in pratica le abilità acquisite. “Build Your Future” è stato presentato qualche giorno fa a Verona, nel contesto di JOB&Orienta, salone nazionale dell’orientamento, della scuola, della formazione e del lavoro.

Processo G8, assolto Bertolaso

Leggi tutto...ROMA - «Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. E poi vinci». Parola dell'ex capo della protezione civile Guido Bertolaso, a seguito dell'assoluzione del Tribunale di Roma nell'ambito del processo sugli appalti del G8. Una doppia vittoria, secondo Bertolaso: l'uomo ha affermato di essere stato assolto perché il fatto con sussiste nonostante la richiesta di prescrizione. «Ciò vale come una doppia assoluzione. Grazie alla mia famiglia e a chi mi é stato vicino in questi otto anni. Sono innocente come ho sempre detto. Ora lo hanno dichiarato anche i giudici». Va detto che ad altri è andata meno bene. Agenzie di stampa dell'8 febbraio riportano che i giudici hanno condannato a 6 anni e 6 mesi l'ex presidente alle opere pubbliche Angelo Balducci, a 6 anni l'imprenditore Diego Anemome, a 4 anni l'ex generale della Gdf, Francesco Pittorru, a 4 anni e mezzo l'ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana, Fabio De Santis. Il tribunale ha dichiarato prescritto il reato di corruzione mentre sono state condannate le persone ritenute a capo dell'associazione a delinquere.

Industria 4.0 corre in Lamborghini

Leggi tutto...Non c’è un framework. Non esistono best practise valide per tutti. La strada della Factory 4.0 è lastricata di scelte “individuali”, sulla scorta delle proprie esigenze e del proprio grado di maturità digitale. È il player che deve individuare un approccio personalizzato. Lo ha sperimentato la Lamborghini, storica casa automobilistica italiana, impegnata, con il supporto di Kpmg, nell’ampliamento in chiave industry 4.0 dello stabilimento di Sant’Agata Bolognese. È stato realizzato un nuovo comparto produttivo per allargare la gamma di prodotto e grazie a un percorso integrato tra le nuove funzioni e grazie alle tante soluzioni tecnologiche inserite nel nuovo contesto, l’azienda ha ottenuto un recupero dell’efficienza e punta ora al raddoppio della produzione.L’approccio personalizzato costituisce però una sola delle cinque massime fondamentali emergenti dalla ricerca “Industry 4.0: cosa pensano le aziende italiane – Quali strategie per le aziende Made in Italy” condotta da Kpmg su oltre 200 realtà produttive (da questa ricerca sono tratte le tabelle che illustrano questo articolo ndr.). Parlano le aziende, a proposito del fenomeno Industry 4.0, in generale e riguardo al loro posizionamento in materia rispetto ai competitor. Anzitutto, l’Industry 4.0 è considerata una grande opportunità per l’upgrade del sistema manifatturiero italiano; dopo un decennio di deindustrializzazione e delocalizzazione, è l’unico movimento in grado di rivitalizzarlo. Le aziende devono farsi coraggio e investire ma c’è un enorme problema culturale: occorrono processi di “reskill” e nuove competenze manageriali. È infine terminata l’epoca del fai-da-te: le aziende devono aprirsi alle contaminazioni esterne e creare partnership. Industria Italiana ne ha parlato con Carmelo Mariano, Partner, Kpmg Advisory.

Carfagna la vicepresidente più votata

Leggi tutto...ROMA – Due giorni fa a presieduto per la prima volta ad una seduta di Montecitorio. Ciò a seguito di un’elezione trionfale: è risultata la vicepresidente più votata, incassando 259 preferenze. Ha staccato il leghista Lorenzo Fontana con 222, poi la grillina Maria Elena Spadoni con 213 e infine Ettore Rosato del Pd con 145. Un successo personale. «È stato un onore presiedere per la prima volta la seduta» - ha commentato su Facebook la deputata salernitana di Forza Italia Mara Carfagna. Secondo quanto riporta il sito salernotoday la deputata, nei giorni scorsi, «ha annunciato di voler devolvere la propria indennità in favore di associazioni che tutelano donne, minori e disabili». Sempre secondo il sito, la deputata ha affermato che utilizzerà l’indennità «a beneficio di associazioni che lavorano sul territorio, lontane dai riflettori, per sostenere le volontarie e i volontari che si sporcano le mani tra i problemi veri degli italiani». La Carfagna ha conseguito la maturità al liceo scientifico “Giovanni da Procida” di Salerno e un diploma di ballo alla scuola del prestigioso Teatro San Carlo di Napoli.

 

I segreti digitali delle auto di Dallara, di Tacchificio del Brenta e di…….

Leggi tutto...Taggare la fibra di carbonio, per assicurarsi che la materia prima non sia deteriorata e per assemblarla, manualmente, secondo l’ordine richiesto dal progetto. Elaborando i dati in cloud, si può avere sempre la situazione sottomano, evitando sprechi costosissimi. È una delle soluzioni che Cisco, gigante globale del networking e dell’IT ha studiato per Dallara, nota azienda costruttrice di automobili da competizione con sede a Varano de’ Melegari (Parma). Un’impresa che da una parte riassume le definizione di Quarto Capitalismo – medie dimensioni, appartenenza alla nicchia e forte propensione all’innovazione e all’export – e dall’altra è sempre più orientata verso l’Hi-tech estremo. Invece per il Tacchificio Del Brenta, azienda del Padovano con una cinquantina di dipendenti, la soluzione è una lavagna digitale per condividere tra diversi uffici e con gli stilisti di aziende clienti la definizione delle linee del prodotto, il tacco per scarpe da donna. All’apparenza, soluzioni atipiche nel contesto della trasformazione digitale. Il fatto è che entrambe le aziende condividono la circostanza di avvalersi di fasi di produzione “artigianale”, e cioè non seriale e automatizzata. Si rientra perciò nella strategia di Cisco, che non parla di Industria 4.0 ma di Impresa 4.0: il focus non è sulla linea di produzione o sulla macchina interconnessa, ma sul valore del digitale posto al servizio dell’impresa manifatturiera. 

Tutto quello che non vi hanno detto sul caso Embraco e il futuro dell’industria italiana

Leggi tutto...Dopo due decenni di retorica anti-statalista e di “libero mercato”, la questione Embraco potrebbe rimettere al centro, finalmente, la politica industriale. Con uno strumento tipico di una strategia “nazionale” di governo: un fondo contro le delocalizzazioni. Annunciato dal ministro uscente allo Sviluppo economico Carlo Calenda, la soluzione si rende necessaria nel Bianco – comparto che si regge in Italia grazie a raffinate competenze industriali e a precari equilibri di filiera e con altri settori. Quello dell’elettrodomestico è un tessuto imprenditoriale indispensabile al Paese; ma è al contempo minacciato dal dumping dell’Est. Resta da vedere come tutti questi nuovi propositi verranno applicati (o re-interpretati) dal Governo che verrà. Ammesso e non concesso che nei prossimi mesi se ne insidi davvero uno nuovo e pienamente operativo.Solo una forte presa di posizione del governo è riuscita a congelare fino alla fine dell’anno il trasferimento delle attività dello stabilimento Embraco (del gruppo americano Whirlpool) dal Piemonte alla Slovacchia. L’idea è che non si debba più rincorrere le strategie delle multinazionali presenti sul territorio nazionale: vanno “anticipate” con patti di mutua convenienza. E anche al di fuori del settore, il fondo potrebbe essere utilizzato per dar vita a player di dimensioni adeguate alla competizione globale. 

Il sorriso di Smile, uno dei primi Digital innovation hub attivi in Italia (con Hpe)

Leggi tutto...Promuovere la trasformazione delle aziende in fabbriche intelligenti e senza sprechi, perfezionate da una dimensione digitale. A tal fine, dopo aver spianato la strada alla formazione di un ecosistema favorevole al trasferimento tecnologico e alla contaminazione tra manifatturiero e ICT, ci si gioca, al contempo, due carte: una è quella dell’internet delle cose e dei sistemi cyber-fisici (come, ad esempio, quelli per il riconoscimento biometrico), e l’altra è quella, già sperimentata negli anni, della Lean production. Questo è il progresso immaginato, per le aziende di un’area vasta che comprende l’Emilia Romagna e province limitrofe o vicine, da Smile, il digital innovation hub di Parma per la fabbrica 4.0, parte di una rete di enti consimili definiti dal Piano Calenda (che ne prevede 15 sul territorio nazionale) “ponti fra impresa, ricerca e finanza”. È uno dei primi Dih operativi sul territorio nazionale.Le operazioni di trasformazione delle aziende necessitano, com’è ovvio, di un apporto tecnologico. E qui si è inserita Hpe, che fornisce, anche grazie al partner CDM Tecnoconsulting e in una logica di integrazione di ecosistema, le tecnologie essenziali allo sviluppo dei progetti delle aziende. D’altra parte, è obiettivo dichiarato di Hpe velocizzare la digital transformation in ogni settore, pubblico e privato, col manifatturiero in testa. Hpe si pone come leader delle infrastrutture tecnologiche, come paradigma di un nuovo modo di fare computing, molto distributivo e legato all’intelligent edge, anche in funzione di esigenze “ultralocal”. 

Accenture: come far crescere il fatturato fino al 38% con l’ Intelligenza Artificiale

Leggi tutto...Nel noto film “The imitation game” il padre dell’informatica e dell’intelligenza artificiale Alan Turing, interpretato da Benedict Cumberbatch, la mette così: «Le macchine non possono pensare come gli umani: sono diverse. Ma c’è una domanda interessante: se qualcosa pensa in modo differente da noi, non pensa?». Infatti l’AI sta all’ingegno umano come le reti neurali (intese come modelli matematici) stanno ai neuroni. Almeno nell’industria, l’intelligenza artificiale è costituita da algoritmi, sempre più complessi, strutturati per consentire alle macchine di realizzare meglio delle persone attività tipicamente umane. Quanto meglio? Da sole o in collaborazione con gli umani? La novità è che, qualora le aziende investissero (con la stessa energie delle leader di mercato) in AI e in un’efficace cooperazione uomo-macchina potrebbero ottenere, in media, incrementi di fatturato del 38% e di occupazione del 10%. Altro che licenziamenti di massa. Tutto ciò, secondo la ricerca “Reworking the Revolution: Are you ready to compete as intelligent technology meets human ingenuity to create the future workforce?” prodotta da Accenture, basata sulle risposte di oltre 14mila lavoratori di 11 Paesi e di 1.201 dirigenti senior nonché integrata da un modello economico che ha messo in relazione investimenti nell’AI e performance finanziarie delle imprese. Ma come si ottiene quella collaborazione uomo-macchina che consenta il raggiungimento di tali risultati?

Si può guadagnare davvero, e velocemente, con l’Industry 4.0?

Leggi tutto...Entrare nel mondo interconnesso (Industry 4.0) e robotizzato è una strada obbligata. Chi non la percorre, verrà completamente tagliato fuori dal business, come coloro che non avevano l’informatizzazione e, prima ancora, il telefono e gli apparecchi elettrici. Tuttavia la partita è assai complessa. Occorre investire cifre importanti, e azzeccare tempi, modi, tecnologie, strategie. Tutto insieme. Non a caso, molti che lo fanno sbagliano, e distruggono valore economico. E allora? Per superare l’impasse, la multinazionale della consulenza PwC propone un approccio integrato, chiavi in mano, proponendo strategia, attuazione e strumenti informatici. Gioca con due carte importanti in mano: una strategia che beneficia delle competenze multidisciplinari derivanti da expertise maturate negli anni in diversi comparti, e i mezzi informatici per realizzare il percorso verso il 4.0. Quanto alla prima, in un contesto in cui i muri tra It, Business e operations sono caduti, abilità strategiche e sperimentate conoscenze in materia legale possono fare la differenza; «è il plus che società come la nostra possono mettere sul piatto» – commenta Gabriele Caragnano, partner operations e coordinatore Industry 4.0 PwC. Quanto alla seconda parliamo di SMAP (Smart manufacturing analytics platform), una piattaforma pensata per la manifattura animata da app basate su IoT, advanced analytics e machine learning, che consente di monitorare e governare la fabbrica digitalizzata. Piattaforma che, afferma il Direttore Divisione Enterprise Services di Microsoft Italia Fabio Moioli, «fa leva su tecnologia Microsoft Azure», che permette di scaricare singoli componenti, come quelli relativi al machine learning.

Le quattro armi di Alessandro Profumo per far volare, con gli elicotteri, Leonardo e il suo titolo in Borsa

Leggi tutto...Sono quattro le armi strategiche che Leonardo – colosso nazionale guidato dall’ad Alessandro Profumo e attivo nei settori della sicurezza, dell’aerospazio e della difesa – può giocarsi in vista della prevista ripresa del mercato degli elicotteri civili, dopo il declino degli anni scorsi. Anzitutto, Leonardo produce una “famiglia” di modelli con componenti condivise, circostanza che consente ai piloti di familiarizzare rapidamente con più aeromobili dello stesso ceppo. Sono mezzi, realizzati “in casa”, con uno sviluppo contestuale dei componenti, fattore che contribuisce alla riduzione dei tempi di formazione tecnica. E poi la tecnologia: ad esempio, la diagnostica “real time”, con trasmissione dei dati wireless; o il simulatore di volo che taglia i tempi operativi. Infine, l’esperienza nel settore degli aeromobili imbarcati, riconosciuta a livello internazionale. Al centro delle attività di comparto dell’azienda, lo stabilimento di Vergiate, dalle parti di Varese: qui convergono tutti le componenti strutturali, meccaniche, elettroniche e avioniche realizzate in altri impianti dall’azienda. E qui i mezzi vengono integrati con tecnologie all’avanguardia, per garantire la sicurezza e l’operatività in condizioni ambientali complicate. Da Vergiate l’agile AW109, il versatile AW149, ma anche la versione aggiornata del Chinook, gigante da trasporto protagonista di tanti film di guerra a stelle e strisce, nonché altri elicotteri, partono per tutto il mondo, a seguito di appalti internazionali e acquisti privati. La rivincita (o il tentativo?) di Leonardo in questo comparto, insomma, non può che iniziare a Vergiate.

Il capo della tecnologia e i quattro ruoli cruciali che potrebbe avere nell’impresa 4.0

Leggi tutto...L’impresa dei prossimi anni o sarà 4.0 oppure non esisterà più. Non esiste una terza possibilità. Non solo perché l’interconnessione o le altre tecnologie che vengono riportate sotto il cappello 4.0 (robotica/automazione, manifattura additiva, nanomateriali e nanotecnologie e chi più ne sa più ne canti) consentono di guadagnare moltissima produttività e di partecipare a catene del valore presenti ovunque nel mondo, ma anche perché essere fuori dal 4.0 significherà venire esclusi dal mondo, esattamente come chi negli anni Cinquanta era privo di telefono, negli anni Settanta era privo di elaboratori elettronici e negli anni Duemila non era connesso a Internet. In questo scenario, il ruolo del Cio (acronimo di Chief information officer, altrimenti detto responsabile dei sistemi informativi, direttore delle tecnologie o altri infiniti job titles) può diventare cruciale.

Boccia: il nostro menu per Gentiloni, Berlusconi, Renzi, Grillo, Di Maio, Salvini, Meloni, Grasso

Leggi tutto...Un tasso di disoccupazione sotto il 7%, con un calo di cinque punti in un quinquennio. Una crescita del Pil di almeno il 2% all’anno, in media e nello stesso periodo. E infine, il calo del rapporto debito-Pil di almeno 20 punti in cinque anni. Tre obiettivi per il Paese definiti nel documento programmatico di Confindustria presentato ieri dal presidente Vincenzo Boccia alle Assise di Verona (e che viene analizzato, punto su punto, in un altro articolo da Industria Italiana, qui ). Il piano è diretto alle forze politiche in competizione: il 4 marzo si eleggono Camera, Senato e si sceglie l’esecutivo. Si è tracciato un percorso, affinché i partiti se ne facciano un viatico. Ma come si intende conseguire questi importanti risultati? Attraverso sei leve: una forte semplificazione burocratica, per rendere il Paese più efficiente; il rinnovamento delle università e dei percorsi di formazione; un grande piano di infrastrutture, che peraltro avrebbe ricadute su diversi asset portanti della nostra economia, tra i quali l’industria e il turismo; una seconda fase nel processo di digitalizzazione delle imprese, che coinvolga anche le Pmi; un fisco che premi i virtuosi, le imprese che investono, assumono, innovano e crescono; e infine incidere sulla governance europea per ridurre al minimo le politiche dove c’è un ambito di competenza mista, per evitare il formarsi di fronti diversi tra Paesi del Vecchio continente.

Nell’epoca della fabbrica 4.0 il Chief Information Officer è Re

Leggi tutto...Per anni, da quando l’informatica ha messo piede in azienda, il CIO (acronimo di Chief Information Officer, altrimenti detto capo dell’It, o in alcune realtà direttore dell’informatica, o dirigente di informatica, tanto che a Torino esiste il famoso Club dirigenti di informatica) ha svolto una funzione di tecnico specializzato al servizio del top management. Adesso, all’epoca della Fabbrica 4.0 siamo a un punto di svolta: il CIO è destinato ad assumere il ruolo di mediatore di relazioni tra l’IT e il Business, e tra questi e l’ecosistema esterno. Ed è diventato un dirigente strategico, cruciale per la stessa esistenza in vita dell’azienda, di pari livello del Chief Financial Officer e del Chief Marketing Officer. E forse, in alcune realtà, ancora di più. Insomma, all’epoca della Fabbrica 4.0 il CIO è re, come abbiamo titolato. Il fatto è che con l’allineamento tra Business e IT, il primo è diventato digitale e nuovi servizi e modelli di business sorgono grazie all’IT. Servono team complessi e flessibili, in grado di elaborare strategie che mettano insieme IT, Business, ma anche l’Operating; e che siano dirette a governare l’ecosistema dei partner. E occorrono piattaforme che favoriscano l’interazione di tutti gli attori in gioco, che siano clienti o sviluppatori. Il nuovo CIO sarà dunque l’orchestratore dei rapporti che si affermano nell’ambiente modificato dall’innovazione digitale.


Sotto un albero genovese Microsoft coltiva nuove imprese e intelligenza artificiale

Leggi tutto...In un mondo in cui i prodotti sono smart, e generano flussi di dati che vanno interpretati per estrarre valore utile in termini di business, le startup innovative sono chiamate a utilizzare e sviluppare complicati algoritmi e nuove tecnologie che elaborano il linguaggio umano e che “sanno ciò che stanno facendo”. Si parla, in via generale, di intelligenza artificiale, che è “imparentata” con il machine learning e con il cognitive computing, legati alla capacità di apprendere autonomamente e di decodificare codici ed idiomi. Ma perché le startup siano poste nella condizione di operare proficuamente, vanno contaminate con realtà già operative. È ciò che si sta realizzando a Genova con il progetto Digital Tree, l’Innovation habitat che mette insieme, nello stesso spazio fisico, sotto l’egida del Comune di Genova, il system integrator Softjam, la società di sviluppo strategico Mixura, la piattaforma per lo sviluppo delle startup GrowITUp, Microsoft, il distretto innovativo PoliHub e altri. Tutti hanno deciso di percorrere, a Genova, la stessa strada, e nella stessa direzione. «Perché le aziende – afferma Silvia Candiani, Ceo di Microsoft Italia – hanno capito che il modello di business è cambiato, e che dipende da nuove tecnologie che influenzano sia i processi che i prodotti».

Il packaging 4.0 di Easysnap e Siemens

Leggi tutto...Il dato di partenza è noto: l’Italia è un Paese manifatturiero di piccole imprese, che scontano problemi di competitività legati ai costi della produzione. Le potenzialità intrinseche dell’Industria 4.0 per le Pmi, come ad esempio la differenziazione sul mercato e la personalizzazione di massa, emergono a seguito di un cambio di paradigma che implica un certo grado di integrazione verticale. La Pmi che intenda innovare i processi e i prodotti non può, in genere, raggiungere tutti gli obiettivi se non affidandosi alle competenze di gruppi con le spalle larghe e attivi da tempo sul fronte che separa presente e futuro. I vantaggi sono reciproci. La Pmi digitalizzata può compiere quel salto di qualità che le consente, ad esempio, l’avanzamento tecnologico necessario per prosperare anche in contesti di nicchia. La grande azienda può invece guidare e sviluppare il mercato di riferimento, promuovere la digitalizzazione della filiera e realizzare progetti di frontiera. In effetti è ciò che è accaduto con la macchina Pulsar 351 di Easysnap Technology, realtà emiliana titolare di una nuova tecnologia di packaging: una confezione per liquidi e semiliquidi che si apre con una sola mano e consente di erogare il contenuto in modo preciso, pulito e senza sprechi, con vantaggi in termini di usabilità e accessibilità. 

Dassault Systèmes: oltre i Digital Twins, verso la Digital Experience

Leggi tutto...Progettazione 3D, simulazione avanzata, realtà virtuale e gestione del ciclo di vita del prodotto. Attività industriali che prima richiedevano programmi e prodotti diversi, e che ora possono essere svolte grazie ad un unico ambiente di esecuzione, la piattaforma 3DEXPERIENCE, che è il cuore dell’offerta della multinazionale francese Dassault Systèmes – “imparentata” con il gigante transalpino dell’aeronautica Dassault Aviation –; ed è anche l’asso nella manica che l’azienda si gioca per la digitalizzazione delle imprese italiane. È un software che può essere installato sul server del cliente o fruito in cloud pubblico o privato. Contiene tutte le funzionalità necessarie alle attività indicate. Al di là del fatto che consente di utilizzare un solo strumento per fare più cose al contempo, la piattaforma mostra almeno altri tre vantaggi. Anzitutto, permette di perseguire una logica di processi non lineari ma paralleli; in pratica, dal momento che più funzioni dell’azienda utilizzano lo stesso sistema e che possono consultare la stessa documentazione, è possibile che una di esse si attivi prima che quella che in genere la precede abbia concluso il proprio lavoro. L’ingegneria può darsi da fare prima che il marketing abbia definito i requisiti fondamentali... 

 

Toro Rosso e la sua Formula numero Uno: Industry 4.0, IoT , Cloud e Big Data

Leggi tutto...Non esiste al mondo un ambiente in cui l’innovazione corra veloce come nella Formula 1. Il circo dei bolidi a 300 km/h è costituito da laboratori di ricerca, in parte stabili e in parte ambulanti, che realizzano un miglioramento continuo dei mezzi a disposizione dei team. Il mondo dell’avanguardia continua, che ha effetti sulla vita di tutti. Si pensi alla fibra di carbonio. Era già stata inventata, ma solo dopo la sua apparizione in Formula 1, nel 1981, la fibra è diventata un materiale quasi comune. Oggi la utilizziamo per tutto: dalla racchetta da tennis all’arco del violino. Era prevedibile, in un contesto simile, l’entrata in scena del digitale. Tutti i mezzi dell’Industry 4.0 sono al lavoro. La produzione è automatizzata. L’Iot e il Cloud consentono l’analisi di miliardi di dati. All’aerodinamica, invece, ci pensano innovativi elaboratori in serie, che risolvono equazioni matematiche di enorme complessità. E poi le stampanti 3D, e tanto altro.Un team come la Toro Rosso di Faenza (Ravenna) è una concentrato di tutte le attività che in breve tempo costituiranno l’azienda manifatturiera tipo nei paesi avanzati. Ne parliamo con il cesenate Raffaele Boschetti, Responsabile dell’Innovazione e dei Sistemi Informativi della Scuderia Toro Rosso. Boschetti, dopo il liceo scientifico, ha studiato ingegneria informatica all’Università di Bologna. Prima di approdare in Toro Rosso, ha lavorato in Ferrari.

 

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