Marelli: anatomia di una ristrutturazione industriale

Leggi tutto...Una settimana prima della notizia relativa allo stabilimento di Crevalcore, avevo scritto questo articolo per Industria Italiana. A mio avviso, uno dei miei lavori più importanti, perché sono indicate tutte le ragioni della crisi del colosso giapponese della componentistica auto (azionista KKR, quasi 11 miliardi di ricavi) che ristruttura il debito e razionalizza gli stabilimenti. Non ancora una crisi drammatica ma nemmeno indolore, con un prezzo da pagare per l'Italia. Avevo ricostruito - come d'altra parte mi è stato riconosciuto da altri che si occupano della vicenda "sul campo" - le occasioni perdute e la catena di errori che ha portato all'attuale situazione. Avevo parlato delle prospettive delle fabbriche di Crevalcore, Venaria Reale, Sulmona, Bari e Caivano. L'ìnchiesta aveva riguardato il rapporto con Stellantis, con il potente Tier 1 francese Forvia (ex Faurecia) l'indebitamento e la complessa fase di elettrificazione. Avevo parlato con Ferdinando Uliano, responsabile automotive Fim Cisl. 

La seconda Roadmap del Cluster Fabbrica Intelligente: priorità della manifattura e supporto scientifico al decisore politico. Parla Tullio Tolio

Leggi tutto...«La transizione energetica? Quella digitale? Si intrecciano e comportano una mole considerevole di problemi da risolvere; ma tutto ciò gioca a favore della manifattura italiana. Le aziende del Belpaese, infatti, danno il meglio di sé proprio quando si tratta di trovare rapidamente soluzioni innovative a mutazioni epocali. È accaduto così nel post-Covid, quando l'Italia è riemersa prima e meglio degli altri Paesi». Tullio Tolio, docente di manufacturing systems engineering al Politecnico di Milano e presidente del Comitato Tecnico Scientifico di Cfi. Per aiutare il decisore politico e le aziende ad assumere le giuste strategie di R&I, però, occorreva un documento che spiegasse nel dettaglio le interazioni tra le tante sfide che il manufacturing italiano deve affrontare. Si tratta di fronteggiare una nuova complessità – un orizzonte articolato di interrelazioni: ad esempio, la produzione personalizzata è correlata a quella evolutiva e resiliente e all'alta efficienza. È il compito che il Cluster Tecnologico Fabbrica Intelligente (Cfi) ha assunto con la redazione della nuova Roadmap, i cui contenuti sono stati resi pubblici di recente. Cfi è l'associazione che, attualmente presieduta dal fondatore di Cosberg Gianluigi Viscardi, riunisce dal 2012 tutti i portatori di interesse del manifatturiero avanzato in Italia: aziende, regioni, associazioni, università ed enti di ricerca. La Roadmap è un documento strategico di Cfi che viene proposto alle Istituzioni per indirizzare le attività di R&I delle aziende manifatturiere, individuando le loro principali necessità in termini di avanzamento tecnologico. La "vecchia" Roadmap aveva concluso più di un anno fa il suo percorso quinquennale di validità operativa; la nuova "incorpora", in un certo senso, tutti i fenomeni, gli andamenti e gli eventi industriali, geopolitici e scientifici che contribuiscono alla citata complessità.

Recessione in arrivo? Sarà l’industria italiana a pagare il conto per tutti?

Leggi tutto...È vero: l'automotive è il grande malato dell'industria italiana, ed è una ragione forte del recente crollo della produzione industriale, che nel dicembre 2018 ha perso il 5,5% rispetto allo stesso periodo del 2017. Il comparto in sé vale 96 miliardi di euro, il 6% del Pil, mentre la componentistica collegata quasi 47 miliardi. Il calo del 12,3% dell'automotive si è tirato dietro anche quello del 9,2% dei fornitori, con rimbalzi in altri comparti, come la plastica, l'elettronica e le lamiere. Ed è vero che quella dell'auto è una questione continentale: è stato lo zelo europeo sulle emissioni di Co2 a mettere al tappeto linee produttive di carmaker, in Germania più che in Italia. Ma è anche vero che questa crisi di settore non spiega per niente la flessione di comparti che hanno poco a che vedere con l'auto, come l'alimentare, il tessile, il legno e come il farmaceutico che, forte e resiliente, dopo anni di corsa a due cifre ha perso il 4,5%. E non chiarisce neppure perché la Commissione Europea abbia rimodulato la stima di crescita italiana allo 0,2% per il 2019 (da precedente previsione dell'1,2%) rispetto all'1,3% di aumento medio nell'Eurozona. In pochi mesi, per l'Italia, è cambiato tutto. L'industria prima e le istituzioni internazionali dopo hanno percepito che si prospetta per il Paese una "crisi di sistema", che si verifica quando saltano i fondamentali. E ciò è avvenuto perché l' Italia, già gravata da un eccesso di debito sovrano, ha voltato improvvisamente le spalle al ricettario mainstream di soluzioni europee od Ocse, mettendo in atto provvedimenti in materia fiscale e pensionistica ritenuti, anche dall'agenzia di rating Fitch, anti-competitivi e controproducenti.

Uno scenario 2023: no recessione, industria in crescita, forte selezione (e fallimenti), vantaggi per l’Italia da ricostruzione Ucraina

Leggi tutto...Oggi 21 12 2021 tutti i giornali parlano dei Patriot; Industria Italiana lo sapeva già e aveva pubblicato la notizia due giorni fa in questa potentissima intervista a Fabio Arpe, dove si delinea un 2023 al contempo di crescita sostenuta e di incremento dimensionale (con l'estinzione, però, di tante aziende) per l'industria del Paese. Ma cosa dice, esattamente, Arpe? Che la crescita economica sarà trainata dalla Germania: privilegerà supply chain accorciate con l'Italia. E dalla ricostruzione dell'Ucraina: le nostre realtà industriali saranno protagoniste: edilizia, manifattura, produzione di energia pulita. L'aumento dell'inflazione e dei tassi causerà l'estinzione di un terzo delle aziende: aggregazioni. Il Nuovo codice della crisi di impresa e la solidità finanziaria come parametro di riferimento per la ricostituzione delle filiere. Insomma, si tratta di un'intervista importante, dove peraltro si fa menzione - credo per la prima volta in Italia - del periodo in cui la guerra finirà. Da leggere e rileggere. 

Recessione: l’industria vittima della sindrome Tafazzi?

Leggi tutto...È probabilmente vero, come attestato dal Fondo Monetario Internazionale, che incombe un rallentamento dell'economia a livello globale; ed è senz'altro vero che l'Italia, gravata da un eccesso di debito sovrano, rappresenta un pericolo per se stessa, a causa dei possibili riflessi sull'attività bancaria e quindi sui crediti, e per l'Eurozona, visto che potrebbe suscitare episodi di rischio generalizzato. La nostra crescita è stata ridotta per l'anno in corso allo 0,6% appunto dal Fmi. D'altra parte il premier Conte anticipando i risultati dell'analisi dell'Istat ha confermato che anche il quarto trimestre dello scorso anno, come il terzo, è in calo. Siamo, ufficialmente, in recessione tecnica. Non solo: l' Istat ha detto che il calo al quarto trimestre è stato pari allo 0,2%. E' il peggior risultato negli ultimi 5 anni. Ma è anche vero, secondo diversi osservatori, che in Europa e in Italia «ci siamo fatti del male da soli». Colpendo al cuore l'industria, e in particolare l'automotive. Con un peccato di hybris soprattutto da parte dei tedeschi, che secondo l'ex direttore scientifico del Master della Business School Cuoa Maurizio Castro si sono intestati la battaglia dell'elettrificazione quando loro stessi erano in ritardo, e con lo zelo europeo sulle emissioni di Co2 che ha di fatto messo al tappeto linee produttive di carmaker e componentisti, anche di settori diversi. Poi ci si è messo anche l'esecutivo nazionale, con un'ecotassa che rischia di colpire anche l'italica produzione.

Risparmio energetico e aziende manifatturiere: la guida delle ESCo

Leggi tutto...di Marco de' Francesco ♦︎ Le Energy Service Company realizzano una diagnosi per capire quali interventi realizzare, li finanziano e li pongono in essere. Per un certo numero di anni restano proprietarie di quest'ultimo e lo gestiscono liberando l'impresa da ogni incombenza. E cedono energia all'azienda con uno sconto considerevole. La comunità energetica: condivisione dell'energia autoprodotta da più soggetti. Sono certificate ESCo: A2A Energy Solutions, Hera, Iren, Enel X, Abb Italia, Schneider Electric. Ne abbiamo parlato con il presidente di AssoESCo Vittorio Cossarini. Spesso le aziende manifatturiere vorrebbero realizzare interventi di risparmio energetico, ma incontrano inevitabilmente tre ostacoli: il primo è il finanziamento di attività non-core; il secondo è la loro gestione, che implica la destinazione di personale ad attività non produttive; il terzo è la difficoltà di prevedere il ritorno nell'investimento, questione assai complicata nel caso, ad esempio, della cogenerazione. E quindi, alla fine, si decide di non fare niente.

Ecco perché la produzione industriale italiana è crollata. E che cosa potrebbe avvenire in futuro…

Leggi tutto...La flessione oltre le attese della produzione industriale di novembre, una frenata pari a -2,6% su base annua, è figlia di diversi fattori. Tra i tanti, se ne possono reperire alcuni che hanno pesato di più su quella che, secondo alcuni, può inverarsi in una Caporetto per le fabbriche italiane, con l'affossamento della fragile ripresa degli ultimi anni. Quanto agli investimenti privati, sono in decelerazione a causa delle incertezze del governo sul rinnovo degli incentivi sul 4.0, e per via di un generale clima di sfiducia tra operatori economici determinato dall'inserimento in Manovra di misure bandiera assistenziali e dalle cupe prospettive legate al recupero di 23 miliardi per scongiurare l'aumento dell'Iva. Quanto agli investimenti pubblici, grandi opere per ora non sono in corso. Quanto alla leva dei consumi, non funziona più, perché dopo anni di calo, attualmente la pressione fiscale è in crescita. Un'altro volano della manifattura è l'automotive: quello italiano è in terreno negativo per il 13,3%, quello tedesco va anche peggio incidendo sulla flessione del 4,7% su base annua della produzione industriale tedesca. Pessima notizia, perché il rallentamento della locomotiva di Berlino determinerà effetti recessivi su tutto il Vecchio Continente, e soprattutto sul Belpaese, anche considerato il gran numero di aziende nostrane terziste di quelle tedesche.

Approccio olistico alla digital transformation: la strategia per le aziende manifatturiere secondo AlixPartners

Leggi tutto...Dopo aver faticosamente intrapreso la strada della digitalizzazione per recuperare il gap verso gli altri Paesi europei, le aziende manifatturiere italiane sono al bivio. Sono partite investendo nel core business, ovvero nella digitalizzazione dei processi produttivi, nello shopfloor, connettendo le macchine lungo le linee di produzione ed automatizzando i processi produttivi e gestionali nell'area. Ora, però, iniziano a rendersi conto che questo non è sufficiente a colmare il gap competitivo. La scelta del punto di partenza di digitalizzazione dell'azienda è stato più che comprensibile: in un mondo in cui le macchine sono al centro, sembrava giusto, anzitutto, focalizzarsi sull'automazione e monitoraggio dei processi per migliorarne la produttività e la qualità dei manufatti. Così, però, si è lasciato indietro la digitalizzazione degli altri aspetti del "sistema azienda", che consentono, nel loro insieme, a far fare all'impresa un salto significativo nelle prestazioni e nella competitività. Ad esempio: se non ho digitalizzato i rapporti con i fornitori e questa funzione è lentissima, che senso ha disporre di una macchina da lavoro velocissima?

Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne: le iniziative italiane

 

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Secondo dati Istat, l'anno scorso quasi 50mila donne si sono rivolte ai Centri antiviolenza e quasi 30mila hanno iniziato un percorso per uscire dal tunnel della violenza. E secondo Repubblica «da gennaio a ottobre dell'anno in corso sono state oltre 70 le donne uccise per mano di chi diceva di "amarle". Da gennaio a fine luglio sono state 1.646 le italiane e 595 le straniere che hanno presentato denuncia per stupro». Sono numeri molto pesanti, che denunciano una situazione difficile; e va peraltro sottolineato che quelli della "violenza taciuta" potrebbero essere ancora più ingenti. A causa di condizionamenti ambientali e per altri motivi, infatti, non tutte le donne trovano il coraggio di denunciare i propri aguzzini. Comunque sia, il 25 novembre si è fatto il punto della situazione. Non è una data a caso, ma una ricorrenza istituita, nel dicembre 1999, dall'assemblea generale delle Nazioni Unite: si tratta della "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne". Il riferimento, per l'assise Onu, è l'assassinio delle sorelle dominicane Patria, Maria e Antonia Mirabal che, fiere oppositrici del regime di Rafael Leónidas Trujillo, furono eliminate il 25 novembre del 1960.

Fpt Industrial, Iveco: viaggio nel nuovo stabilimento ePowertrain

Leggi tutto...di Marco de' Francesco ♦︎ Assali elettrici e batterie per maxi veicoli. Plant di 15mila mq: a regime fabbricherà 20mila pacchi batterie e 20mila assali elettrici. Destinazione: veicoli commerciali pesanti e propulsori green per minibus e furgoni. Unità produttiva progettata con il digital twin e linee dotate di sistemi di controllo qualità in Cloud. Le future technology e l'ergonomia. Visita con il plant manager Alessandro Sezza

Riuscirà l’Italia a soddisfare la richiesta di skill tecnologici, che nel 2030 sarà + 61% ? EY dice che…

Leggi tutto...Riuscirà l'Italia a soddisfare la richiesta di skill tecnologici, che nel 2030 farà segnare un + 61% rispetto al giorno d'oggi? Sarà della partita, in fatto di formazione? Con ogni probabilità, no. Perché, come andava affermando due millenni fa il filosofo cinese Lao-Tzu, «la via del fare è l'essere». Ora, quanto all'Essere, il 4.0 ha reso centrali un insieme di competenze, hard e soft, come ad esempio i linguaggi di programmazione e la capacità di risolvere creativamente un problema. Senza questi skill, non si è abbastanza per le aziende, e quindi non si è chiamati a fare. Di qui, il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. L'anello mancante tra posti vacanti e disoccupazione è dunque costituito dalle competenze: la partita della trasformazione digitale si gioca su di loro, ancor più che sulle tecnologie. Le seconde sono disponibili ovunque e a costi contenuti; per sviluppare le prime, invece, occorre tempo – fattore cruciale, in questo passaggio. E la verità è che in fatto di formazione di skill l'Italia non solo è in ritardo, ma arretra. 

Origini del concetto di "Reato Identitario" in Italia

Leggi tutto...Non è noto, ma il concetto di "reato identitario" nasce in Italia nel 2013, con la pubblicazione del seguente articolo sulla rivista online "Idea Padova". Chi scrive, si aspettava che questo fatto storico fosse riconosciuto: non è andata così. "L'appello alla politica" è diventato, così come troppo spesso accade, un'idea di terzi. Non possiamo che lamentarcene, come facemmo nel 2017, quando vedemmo il concetto spuntare dal nulla. Al tempo, peraltro, se uno scriveva "reato identitario" come ricerca su Google, compariva immediatamente l'Appello, come primo risultato. Per questioni che non si comprendono, ora sembra delistato - circostanza che però non ha nulla a che vedere, lo si sottolinea, con la mancata citazione. Peraltro, questo presunto delisting sarebbe avvenuto senza comunicare nulla al sito, al suo direttore e al suo proprietario. Se qualcuno aveva qualcosa da contestare, poteva (e può ancora) inoltrare una mail al direttore, all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. . Comunque, ripubblichiamo l'articolo. 

Dassault Systemès in Cina spiega il “Rinascimento dell’ industria” mondiale

Leggi tutto...«I nuovi leader globali dell'industria? Saranno quelli in grado di utilizzare conoscenze e know-how al fine di produrre nuove esperienze per aziende e consumatori». Parole di Guillaume Vendroux, Ceo Delmia – brand della multinazionale francese Dassault Systèmes ("imparentata" con il gigante transalpino dell'aeronautica Dassault Aviation) – pronunciate nel corso di un'intervista a Industria Italiana a margine dell'evento "Manufacturing in the Age of Experience" organizzato dal colosso del software per la progettazione in 3D (e altro) a Shanghai, in concomitanza con il Ciif, la fiera internazionale cinese dell'industria. La questione si pone nei seguenti termini: grazie alle nuove tecnologie digitali, le aziende possono offrire ai consumatori esperienze non immaginabili qualche anno fa. Ad esempio, si può implementare online il software di un'automobile per sperimentare diversi stili di guida; e ancora, le imprese possono utilizzare l'analisi dei dati per trarre elementi utili al fine di prendere decisioni strategiche, o per impostare un ciclo di verifiche che inizia con il monitoraggio in real time delle macchine e termina con la manutenzione preventiva. Per fare tutto ciò occorrono conoscenze; e qui la multinazionale sottolinea il ruolo della piattaforma 3DExperience, un software che consente alle imprese di svolgere più attività in un unico ambiente di esecuzione. 

Affrettare i tempi dell’elettrico? Potrebbe far calare il sipario su componentisti auto e Oem

Leggi tutto...Il fenomeno Tesla è uno dei più interessanti fra quelli sperimentati dal mercato automotive nell’ultimo decennio: è legato all’avanzata dei veicoli elettrici, che stanno raggiungendo il mass market e vedranno un poderoso aumento di vendite nel prossimo futuro. Tuttavia, occorre riflettere sulla valutazione del titolo che, com’è noto d’altra parte, sembra relativamente sproporzionato rispetto a utili e fatturato». Lo pensa Stefano Aversa, uno dei consulenti più autorevoli al mondo nel settore automotive, nonché vice presidente globale e presidente Emea di AlixPartners, società di consulenza e di turnaround a livello globale. Il fatto è che il rapporto tra la capitalizzazione del carmaker green (655 miliardi di dollari, come il Pil della Svizzera) il fatturato 2020 (31,5 miliardi) e gli utili netti (690 milioni) è assai singolare: il primo valore è quasi 21 volte il secondo ed è 949 volte il terzo! Tesla è l’ottava società al mondo per marketcap, ma non risulta in nessuna classifica per aziende “most profitable”.

 

L’innovazione di business model di Be Power, aggregatore energetico intelligente

Leggi tutto...Quale sarà il futuro prossimo della produzione e della distribuzione dell'energia? Quali scenari si aprono in un mercato vitale per tutti gli altri? Il trend, già in atto, è quello dell'aumento delle fonti rinnovabili, della generazione elettrica distribuita per la comparsa di piccoli impianti, e delle reti intelligenti supportate da tecnologie digitali. Il problema, soprattutto legato alle rinnovabili, è quello della produzione incostante e imprevedibile che rende difficile il mantenimento dell'equilibrio tra produzione e consumo. Per cambiare paradigma occorre o un aggregatore, che combini la la flessibilità dei carichi di consumo con quella della produzione generata da una molteplicità di impianti. Una figura nuova, in grado di avvicinare la curva di domanda a quella di produzione. Di qui un progetto pilota a livello nazionale, promosso da Terna come orchestratore delle risorse disponibili; Be Power – digital green utility del gruppo Building Energy – partecipa a questo progetto pilota in qualità di aggregatore e grazie a sofisticate tecnologie che Abb mette a disposizione insieme all'analisi insieme all'analisi dei dati, ottimizzerà la produzione per rispondere alla domanda variabile e contribuirà al bilanciamentdei consumi e della produzione. Ne abbiamo parlato con Paolo Martini di Be Power e con Enrico Mantero di Abb Italia.

Con 3DExperience il progetto che dà valore è social

Leggi tutto...Due le principali direttrici della strategia della Dassault Systèmes nostrana per attrarre le Pmi: i servizi di social collaboration e quelli che riguardano la gestione di vita del prodotto. La filiale italiana del colosso francese del software di progettazione 3D ritiene di rispondere così a due fenomeni che stanno prendendo piede anche tra aziende di piccole dimensioni. Da una parte, oggi i disegni industriali sono realizzati da team che condividono idee e contributi di vario genere su un unico ambiente partendo da posizioni geografiche reciprocamente remote; dall'altra, le diverse funzioni aziendali vogliono sapere real time lo stato attuale di un prodotto, per ottimizzarne lo sviluppo, il lancio, la modifica e il ritiro. Così come per la casa madre, anche per la filiale italiana di 200 collaboratori il cuore dell'offerta è la piattaforma 3DExperience, che ha in sé diverse funzioni di simulazione avanzata e di realtà virtuale; secondo la multinazionale, grazie ad essa e al Cloud le aziende-clienti hanno la possibilità di sperimentare, e quindi di apprendere velocemente a realizzare beni e servizi più competitivi. Ne abbiamo parlato con Gianluca Gonella, managing director Italia ed EuroMed della multinazionale.

Cisco e H-Farm: la via italiana alle nozze tra startup e aziende

Leggi tutto...Al via il quarto programma di accelerazione di H-Farm, piattaforma di sviluppo di iniziative di trasformazione digitale per le aziende, dalla fase di pianificazione a quella di execution. Il progetto è stato messo a punto insieme a Cisco Italia, parte del gigante globalizzato del networking e dell'IT – che ci mette la tecnologia: il piano nasce con un'ottica Impresa 4.0, legata alla trasformazione e innovazione del business delle industrie a tutti i livelli. L'idea di fondo – che peraltro riflette ciò che deriva dai numeri dell'Osservatorio open innovation e corporate venture capital di Smau e Assolombarda – e è che non si tratta, per le imprese, di investire direttamente nel capitale delle startup, ma di favorire, per gli acceleratori, l'incontro tra quest'ultime e l'azienda, per risolvere una esigenza specifica, per lo più legata a nuovi business emergenti con la digitalizzazione. Non è mai stato tempo di Unicorn, nel Belpaese. La strada italiana al rapporto tra corporate e startup è tracciata. Peraltro se ne è parlato a Milano, a una tavola rotonda nella sede di H-Farm, dove sono stati peraltro illustrati due casi pratici, quello di Paglieri (industry) e quello di Bricocenter (retail).

Pubblicità on line: una web tax contro Facebook e Google. E non solo…..

Leggi tutto...«Occorrono provvedimenti legislativi per ristabilire la concorrenza nel settore e consentire a tutti gli operatori di giocare con le stesse armi». Lo ha detto tre mesi fa Carlo Noseda, presidente della charter italiana di Iab, la più importante associazione nel campo della pubblicità digitale. Nel Belpaese rappresenta l'intera filiera – investitori, editori, concessionarie, agenzie specializzate – e , ad avviso di Noseda, è interessata da un vero e proprio paradosso. Da una parte il mercato cresce a due cifre, e dall'altra gran parte dei soldi che gli inserzionisti versano alle imprese di digital advertising finiscono a due giganti della rete, Facebook e Google, che hanno in mano il traffico e il bacino delle utenze. Una situazione che determinerebbe poco valore, sia per l'occupazione che per il fisco. Questo squilibrio sarebbe destinato ad accentuarsi, dato che gli Ott (over the top, i due colossi citati) godono di vantaggi fiscali nei Paesi in cui operano e possono reinvestire in acquisizioni, limitando le possibilità di crescita delle aziende pubblicitarie online nostrane. Ma ora una soluzione c'è, secondo l'Iab. Si attendono solo le disposizioni attuative, che saranno emanate con decreto entro il 30 aprile dell'anno in corso.


Msc Meraviglia, prima nave da crociera totalmente interconnessa e con sensori ovunque

Leggi tutto...Che ci fanno due potenti data center traboccanti di server di ultima generazione sulla Meraviglia, la nave da crociera di MSC, il gruppo svizzero guidato dalla famiglia Aponte? E una infrastruttura di networking con migliaia di punti di rete? E sensori, i trasmettitori bluetooth e i totem interattivi? E i visori per la realtà virtuale? Tutto questo apparato tecnologico è stato appositamente studiato per ridefinire l'esperienza del passeggero. Una mossa che ha due componenti chiave: l'utilizzo di device digitali e l'interazione continua tra l'utente e la nave. I dispositivi intelligenti diventano parte integrante della vita di bordo, grazie all'elaborazione di un flusso costante di informazioni provenienti dagli stessi passeggeri. Così la nave si fa smart. D'altra parte, tutti i settori sono interessati dalla trasformazione digitale: ora tocca alle linee da crociera. Ed è andata, con la Meraviglia, come ha suggerito una volta l'esperto di customer experience Michael Hinshaw: «Le strategie di esperienza digitale non sono guidate dall'IT, ma dai bisogni del cliente». Si sono raccolte informazioni tra i passeggeri, e poi si è agito nella pratica. Quanto ai risultati, ora i passeggeri hanno a che fare con una nave intelligente, che li riconosce e che dispensa loro consigli sulle escursioni. Ne abbiamo parlato con Luca Pronzati, chief business innovation officer di MSC Cruises e con Claudio Bassoli, vice president di Hpe Italia, che ha fornito un significativo apporto tecnologico al progetto.

Auto: l’insostenibile pesantezza del ticket ecobonus-ecotassa

Leggi tutto...Perché in Italia le immatricolazioni – dati di gennaio alla mano – segnano il passo in misura quasi doppia rispetto alla media europea? Perché da noi pesa il caos generato sul mercato dal ticket ecobonus-ecotassa, norme scritte per favorire l'acquisto e di auto elettriche o ibride e disincentivare quello di vetture a motore termico. In realtà l'incertezza è destinata a perpetuarsi per tre ragioni: i beneficiari del bonus non sono tanti quanti i colpiti dal balzello; il malus va a impattare giusto sulle auto a benzina, lì dove si erano diretti mercato e produzione dopo la malaparata internazionale del diesel; l'elettrico è un'alternativa costosa per il consumatore, ed è un campo nel quale per ora l'Italia ha poco o niente da offrire. Il bonus-malus previsto dalla legge di Bilancio è operativo dal primo marzo. Allo stato, avvantaggia carmaker coreani, tedeschi e giapponesi. Ne abbiamo parlato con il direttore del centro studi Promotor Gian Primo Quagliano e con Stefano Aversa, vice presidente globale e presidente Emea della società di management consulting AlixPartners, che ha realizzato studi specifici sull'automotive.

L’arte dei gemelli digitali ( digital twins)

Leggi tutto...Si immagini una struttura alta come una palazzina di due piani e che forma più spirali l'una connessa all'altra, nonché costituita da decine di speciali pannelli con l'aspetto di origami, di carta sapientemente ripiegata. Si staglia con eleganza, ma ha anche una funzione, uno scopo pratico: assorbe lo smog disperso nell'aria. L'opera "Breath/ng" dell'archistar giapponese Kengo Kuma ha fatto capolino, col suo autore, a Milano, alla manifestazione "Design in the age of experience", insieme ad altre opere frutto dello stesso pensiero di fondo: oggi aziende e designer, quando disegnano un prodotto, non possono più limitarsi a soddisfare esigenze estetiche. Infatti, dal momento che il consumatore finale vuole dire la sua ed avere un impatto nella generazione del manufatto che intende acquistare, deve essere evidente quale compito specifico sia assegnato all'oggetto. Inoltre, chi progetta deve tenere conto delle ricadute ambientali e sociali della produzione industriale. Tutto ciò si traduce nella necessità di virtualizzare il contesto in cui un oggetto è destinato ad operare, per valutare le influenze reciproche tra bene e ambiente, e di disegnare i prodotti in modo che siano tracciabili per tutto il loro ciclo di vita. Tutto ciò, hanno assicurato la vice-presidente design innovation di Dassault Systèmes Anne Asensio e il Ceo Solidworks sempre della multinazionale francese Gian Paolo Bassi, è oggi possibile grazie a due software – Catia e Solidworks – embeddati nella piattaforma 3DEXPERIENCE, cavallo di battaglia dell'azienda.

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