Promuovere la trasformazione delle aziende in fabbriche intelligenti e senza sprechi, perfezionate da una dimensione digitale. A tal fine, dopo aver spianato la strada alla formazione di un ecosistema favorevole al trasferimento tecnologico e alla contaminazione tra manifatturiero e ICT, ci si gioca, al contempo, due carte: una è quella dell’internet delle cose e dei sistemi cyber-fisici (come, ad esempio, quelli per il riconoscimento biometrico), e l’altra è quella, già sperimentata negli anni, della Lean production. Questo è il progresso immaginato, per le aziende di un’area vasta che comprende l’Emilia Romagna e province limitrofe o vicine, da Smile, il digital innovation hub di Parma per la fabbrica 4.0, parte di una rete di enti consimili definiti dal Piano Calenda (che ne prevede 15 sul territorio nazionale) “ponti fra impresa, ricerca e finanza”. È uno dei primi Dih operativi sul territorio nazionale.Le operazioni di trasformazione delle aziende necessitano, com’è ovvio, di un apporto tecnologico. E qui si è inserita Hpe, che fornisce, anche grazie al partner CDM Tecnoconsulting e in una logica di integrazione di ecosistema, le tecnologie essenziali allo sviluppo dei progetti delle aziende. D’altra parte, è obiettivo dichiarato di Hpe velocizzare la digital transformation in ogni settore, pubblico e privato, col manifatturiero in testa. Hpe si pone come leader delle infrastrutture tecnologiche, come paradigma di un nuovo modo di fare computing, molto distributivo e legato all’intelligent edge, anche in funzione di esigenze “ultralocal”.
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15 novembre 2017
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