IL CASO

FARMACI CONTRAFFATTI

UNA MINACCIA ANCHE PER I PAESI RICCHI

 

Nei Paesi in via di sviluppo sono da tempo un problema: l’ONU, ad esempio, ha calcolato che sarebbe contraffatta quasi la metà degli antimalarici venduti in Africa, mentre sarebbe falso tra il 15 e il 30 per cento dei prodotti contro le infezioni.


Secondo alcune stime i farmaci contraffatti uccidono almeno centomila persone ogni anno, la maggior parte nei paesi poveri. Ma il mercato dei falsi è estremamente redditizio, tanto che sta prendendo piede sempre più anche nei paesi industrializzati.


E comunque i trafficanti di questo mercato se la cavano spesso con pene irrisorie, sebbene le cose stiano decisamente cambiando. Sembra infatti che le pressioni delle stesse case farmaceutiche su un crescente numero di governi siano servite ad inasprire le norme contro il traffico di farmaci illegali e aumentare i controlli.


Del resto, che il mercato dei falsi farmaci faccia gola, è testimoniato da poche ma significative cifre: secondo i dati Oms infatti, la contraffazione riguarda soprattutto gli antibiotici (28%), gli ormoni (18%), gli antiallergici (8%) e gli antimalarici (7%), per un valore complessivo che potrebbe aggirarsi tra i 75 e i 200 miliardi di dollari ogni anno.


La casa farmaceutica Pfizer ha finanziato da poco un sondaggio dal quale è risultato che quasi un quinto degli intervistati di ben 14 paesi europei si è procurato medicine tramite canali illegali, per un valore approssimativo di oltre 10 miliardi di euro.


E proprio il Viagra della Pfizer risulta di gran lunga il prodotto più imitato: i falsi sono stati dapprima introdotti nei paesi in via di sviluppo, mentre da un po’ di tempo si trovano tranquillamente anche in paesi rigidamente regolamentati come l’Inghilterra e il Canada. E Il grado di imitazione delle confezioni ha raggiunto ormai livelli quasi di perfezione, arrivando a falsificare anche gli ologrammi che dovrebbero servire a garantire l’autenticità del prodotto.


Da qui il moltiplicarsi di aziende che mettono a disposizione la loro tecnologia per aiutare il settore farmaceutico a proteggere la catena di distribuzione globale,anche se i costi restano decisamente proibitivi per i paesi in via di sviluppo. Per questo motivo un’azienda dal Ghana (la mPedigree) si è ingegnata ad inventare un metodo di controllo attraverso il semplice uso del cellulare.


Funziona così: le case farmaceutiche incidono un codice dedicato sulle confezioni che i consumatori trovano grattando l’involucro. A questo punto basta scrivere il codice ed inviarlo tramite sms ad un numero gratuito per sapere se la confezione è autentica oppure no.


Anche in Italia l’Istituto Superiore di Sanità ha lanciato l’allarme: è ormai sempre più frequente, infatti, che persone affette da malattie gravi, come un tumore, uno scompenso cardiaco o un disturbo psichico, illudendosi di fare un affare acquistando il farmaco online, possa arrivare a rischiare anche la vita. Questi farmaci infatti spesso sono privi dei principi attivi, con ingredienti differenti o presenti in quantità diversa da quella dichiarata, o ancora con un principio attivo corretto ma in una confezione falsa.


Da qui l’iniziativa voluta dall’Istituto Superiore di Sanità per informare i cittadini sui rischi connessi all’acquisto di farmaci da canali diversi da quelli istituzionali e non autorizzati. Da alcuni mesi è infatti attivo il sito impactitalia.gov.it, in cui si possono trovare le informazioni utili per evitare di incappare nella rete dei farmaci di contrabbando.

 

 

Michela Barbiero