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Motore a batteri

 

IL CASO

Il motore va a batteri

Energia

dal movimento di microrganismi

Siamo abituati a pensarli in negativo, portatori di malattie e cause di infezioni: stiamo parlando dei batteri, microrganismi dell'ordine del millesimo di millimetro. Sono onnipresenti, nel nostro corpo e in tutto l'ambiente che ci circonda; sono le forme viventi più diffuse sulla Terra, tanto che in un solo centimetro quadrato di terreno se ne possono trovare fino a 10.000 miliardi. 
Adesso è dimostrato che si può sfruttare il loro movimento, quello dei batteri, per produrre energia… In breve: motore a batteri.

Sentir parlare di batteri nella produzione di energia non appare in verità tanto strano: celle combustibili alimentate da batteri e biocombustibili ottenuti da svariati microrganismi non sono una novità. I ricercatori di INFM-CNR (Istituto Nazionale per la Fisica della Materia - Consiglio Nazionale delle Ricerche) si sono però spinti oltre, arrivando a sviluppare addirittura un vero e proprio motore batterico.

L’idea in realtà non è nuova, e la sua fattibilità era stata già dimostrata da alcuni ricercatori giapponesi nel 2006; ma a sperimentare e simulare il funzionamento del motore a batteri sono stati alcuni scienziati italiani. Luca Angelani, Roberto di Leonardo e Giancarlo Ruocco, ricercatori dell’INFM - CNR, sono riusciti ad individuare un metodo per sfruttare il movimento dei batteri. E hanno così sviluppato un vero e proprio motore, in grado di avviarsi senza intervento umano e di produrre energia attraverso l’attività di piccoli batteri.

Nel dettaglio, gli scienziati hanno ultimato dei micro-ingranaggi che, grazie alla loro forma asimmetrica, con denti di lunghezze differenti e orientati nella stessa direzione, sono in grado di sfruttare il movimento dei batteri, permettendo il movimento costante del motore.

All’interno del  motore, i microingranaggi sono immersi in una soluzione di batteri, in modo da permettere a questi ultimi di farli girare con il loro movimento. Secondo i dati forniti dagli scienziati, i microrganismi generavano una velocità costante di due giri al minuto. I ricercatori sperano di riuscire ad impiegare i nuovi motori batterici per alimentare piccoli apparecchi e nanodispositivi.

Curiosità  scientifica fino a pochissimo tempo fa, i motori batterici sono diventati un campo di intensa ricerca da quando nel 2006 se ne è dimostrata la fattibilità in Giappone. Si spera di poterne sfruttare le potenzialità in un futuro prossimo, per alimentare tutta una serie di apparecchi microscopici, come impianti micromedicali o nanodispositivi ancora tutti da inventare, per i quali i motori batterici potrebbero fornire una fonte di energia economica e di dimensioni ridottissime.

 
Alcune applicazioni resteranno certo fantasia (i calcoli, ad esempio, suggeriscono che con i batteri presenti in un metro cubo di soluzione si può generare potenza sufficiente per accendere una normale lampadina), ma moltissime altre possono venire immaginate: che siano apparecchiature mediche, di misurazione, controllo o altro, la strada è aperta perché i batteri possano alimentare i microdispositivi del futuro. 

 

Alessandro Turri