I componentisti dell'automotive, spina dorsale dell'industria italiana che segna al momento una perdita a due cifre, sono chiamati a ridefinire rapidamente le proprie strategie. A loro disposizione tre armi per superare il momento e contrastare l'avanzata dell'elettrico: nuove tecnologie, che si possono reperire nei centri ricerca di Paesi all'avanguardia come gli Stati Uniti e Israele, R&D e personale altamente qualificato. Per sfruttare al meglio gli ultimi due elementi sarebbero opportune iniziative governative, come crediti di imposta ad hoc. La pensa così Paolo Scudieri, presidente di Anfia, l'associazione nazionale della filiera automobilistica, nonché del gruppo Adler – Hp Pelzer, importante realtà della componentistica. Per Scudieri l'auto green rappresenta un brusco cambio di paradigma: non è la versione a batterie di un veicolo tradizionale – è un'altra cosa, da completare con strumenti e parti appositamente ridefinite. All'elettrico, si affiancheranno mezzi più simili alle auto oggi in circolazione, come l'ibrido avanzato e il termico evoluto, con carburante naturale ecologico. Ma il tutto sarà integrato in un contesto di mobilità più complicato, regolato da software e intelligenza artificiale. Pertanto i fornitori, che rappresentano il 3% del Pil nostrano, dovranno studiare soluzioni diversificate in base alla tipologia del veicolo e al contempo innovative, per rispondere alla complessità del sistema.
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11 marzo 2019
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