Luci e ombre del processo di trasformazione digitale delle aziende italiane; si procede agli acquisti in nuove tecnologie in vista dell'efficienza e non per raggiungere obiettivi di business; manca una vera cultura della pianificazione, e così prevale una logica della tattica e non della strategia. Tornerebbe utile l'apporto dell'ingegneria industriale, che però è stata messa all'angolo già negli anni Settanta, con la promozione del "tempometodismo" sindacale. Infine, i numeri delle aziende che danno vita a progetti strategici – per durata e per costo – sono sconfortanti. Questo, quanto agli esperti. Quanto alle aziende, la visione è più rosea. La digitalizzazione è in atto, e serve soprattutto a governare la complessità e a servire in modo nuovo la clientela. È emerso nel corso di una tavola rotonda tenuta nel contesto di "Made in Italy – Made in Digital: viaggio nell'eccellenza italiana", evento organizzato a Bologna da Sap Italia – parte del colosso SAP SE, che fornisce software gestionale – in collaborazione con il Politecnico di Milano. Si è trattato della quarta tappa, dopo Brescia, Vicenza e Torino. Il concetto ribadito da Andrea Ceccherini, General business sales director di Sap Italia, è che si tratta di garantire un futuro a guida digitale per le Pmi, puntando su nuove nicchie di mercato, agilità, ecosistemi di impresa estesa e prodotti digitalizzati.
CONTINUA SU INDUSTRIA ITALIANA
19 giugno 2018
immagine gratuita pixabay