Abb: un software per trasformare i robot “normali’ in collaborativi

yumi rubik«Il tuo prossimo collega di lavoro potrebbe essere un robot», annunciava il network finanziario londinese CNBC nel 2015. Ed in effetti, in meno di tre anni, i robot collaborativi sono già una collaudata realtà industriale, visto che materialmente operano fianco a fianco con l' uomo nelle linee produttive di imprese di mezzo mondo. Sono progettati per lavorare in sicurezza negli stessi spazi occupati dalle persone, senza barriere e in genere, sono chiamati a svolgere compiti molto specifici. La novità attuale è che si possono realizzare "celle collaborative" partendo da macchine di comune automazione: anche quelle studiate per la movimentazione del materiale, se assistite da laser scanner e software particolari, possono percepire la presenza di operatori umani e adeguare la propria attività alla situazione. Ne ha dato dimostrazione al Mecspe di Parma, fiera di riferimento dell'industria manifatturiera, la multinazionale svizzera Abb (acronimo di Asea Brown Boveri), colosso dell'energia e dell'automazione, guidato dal CEO Ulrich Spiesshofer, con sede a Zurigo, 135mila dipendenti e un fatturato di 35,4 miliardi di dollari. In questa sede l'azienda ha presentato diverse soluzioni innovative: un robot collaborativo YuMi® che riceve ordini gestuali grazie ad uno smart robot; e un sistema che mette insieme trasporto veloce dei pezzi e manipolazioni, combinando robot ABB e un SuperTrack B&R. Tutto questo mentre si avvicina il momento in cui il nuovo YuMi® monobraccio sarà lanciato sul mercato. Ne abbiamo parlato, al Mecspe, con il business development manager di ABB Italia (guidata dall' ad Mario Corsi) Michele Pedretti.


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Marco de' Francesco

Industria Italiana

28 marco 2018

credits immagine: Marco de' Francesco

 






 

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