Decollo digitale per Toscana Aeroporti. E nuovi orizzonti….

aereoRiduzione del 70% dei consumi energetici degli impianti ICT; diminuzione dei costi operativi dell'infrastruttura e gestione centralizzata dei sistemi. Questi gli obiettivi nel mirino di Toscana Aeroporti Spa, la società nata dalla fusione dei gestori degli scali di Pisa e Firenze, avvenuta quasi tre anni fa. Questi traguardi sono ora stati raggiunti, a dimostrazione di come l'innovazione tecnologica possa coincidere con l'efficienza e il risparmio economico, nel contempo aprire le porte all'era dell'interconnessione totale e dei Big Data, che cambierà anche il business aeroportuale. Aeroporti Toscana è una società quotata in Borsa. Gli obiettivi sono stati conseguiti dimezzando il numero dei data-center, ora ridotti a due e connessi in fibra ottica; ognuno di loro è in grado, in caso di crash, di sopperire da solo al lavoro di entrambi ed è possibile farlo con un software di gestione unificata, che consente di amministrare i sistemi da un solo cruscotto. In questo modo l'azienda è anche pronta per adottare Sap, con tutto quello che comporta in termini di organizzazione e innovazione. Il progetto di l'implementazione ICT è stato affidato a TT Tecnosistemi, che ha utilizzato tecnologie Hpe. Industria Italiana ha intervistato il socio fondatore, presidente e ad della prima società, Riccardo Bruschi, e il Cio di Aeroporti Toscana Stefano Caioli.

Siemens: alle Olimpiadi dell’automazione anche un podio per le soluzioni Industry 4.0

tac piacenzaSimulazione, robotica avanzata, stampa 3D. Le tecnologie abilitanti dell'Industria 4.0 prendono piede anche nei progetti dei ragazzi, almeno in quelli presentati alla IX edizione delle "Olimpiadi dell'automazione", che sono giunte a conclusione con la premiazione al Tac di Piacenza, il centro tecnologico applicativo realizzato da Siemens per mettere a disposizione di costruttori di macchine, ma anche di scuole, università e partner, servizi e competenze. E d'altra parte, anche l'evento è al passo con i tempi: quest'anno le scuole potevano concorrere anche per il premio speciale "Industria 4.0". E poi, anche per gli altri premi la giuria ha riservato carattere di preferenza ai progetti che hanno previsto almeno una delle tecnologie abilitanti del Piano Calenda. E' un fatto che la Quarta rivoluzione industriale impone la formazione di nuove competenze tra i giovani, perché sappiano dominare le nuove tecnologie. In tutti i casi, sono 52 le scuole (istituti tecnici e professionali, con specializzazione in elettrotecnica, elettronica, informatica industriale e meccanica) sul territorio Italiano che hanno risposto alla sfida lanciata dalle Olimpiadi, realizzando e presentando progetti di automazione anche dotati di un certo grado di complessità. I premi andavano da mille a 5mila euro, a seconda del tipo di premio e della posizione in graduatoria. Per la cronaca, il CFP Lepido Rocco di Motta di Livenza e l'ITTS Carlo Grassi di Torino si sono classificati primi nelle due principali categorie.

I segreti digitali delle industrie venete

agostini laraCon 25mila imprese, la manifattura veneta è una parte di rilievo di quella nazionale. Asset economico fondamentale per il nostro Paese, questa area produttiva nel suo sviluppo odierno presenta quattro trend fondamentali: la servitizzazione, e cioè l'offerta di pacchetti di prodotto e servizio; l'integrazione dei processi, svolta in ottica lean; la digitalizzazione di attività seriali e la promozione della cultura specifica degli operatori. Perché la manifattura veneta – composta per lo più di aziende di processo, technology-based, che operano in un mercato B2B – non è partita in ritardo con la digital transformation. Anzi, ha anticipato due tematiche parte del Piano Calenda: l'integrazione lungo la supply-chain e l'applicazione dei sensori per il controllo dei processi. Questo è emerso all'evento "Made in Italy. Made in Digital. Viaggio nell'eccellenza italiana" di Vicenza, organizzato da SAP Italia, guidata da Luisa Arienti (parte del colosso SAP SE, che fornisce software gestionale) in collaborazione con la School of management del Politecnico di Milano e con il dipartimento di tecnica e gestione dei sistemi industriali dell'Università di Padova. In questa sede Lara Agostini, Docente di Gestione Aziendale e Sviluppo Prodotto, Dipartimento di Tecnica e Gestione dei sistemi Industriali dell'ateneo patavino, ha presentato la ricerca "Il settore metalmeccanico veneto e la trasformazione digitale", realizzata intervistando aziende venete di comparto con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro. 

Fiamm: comincia la seconda fase dopo l’ acquisizione da Hitachi

batteria litioE' arrivato il momento della fase due per Fiamm e Hitachi. A fine dicembre del 2016 è nata Fiamm Energy Technology, dalla separazione del business delle batterie automotive e di quelle industriali (con tecnologie al piombo) dagli altri asset del gruppo di Montecchio Maggiore (Vicenza), che mantiene il 49% del capitale della nuova società; il restante il 51% è dell'azienda giapponese, parte della conglomerata Hitachi Ldt, da 68 miliardi di euro di revenue. Fiamm cercava un partner industriale, per aumentare la propria gamma di prodotti, investire in nuove tecnologie e reperire software avanzato. E intendeva mantenere integro il proprio Dna manifatturiero, che è poi uno specifico bagaglio di competenze che rende riconoscibile l'azienda nel proprio contesto, e che pertanto può essere trasmesso dall'azienda originaria a quella derivata. Hitachi Chemical cercava invece un cavallo di Troia nel mercato europeo, dove era poco presente. Ma ora si tratta di fare un passo in avanti: consolidare il processo di integrazione e cominciare a lavorare su nuovi prodotti al Litio, basati su tecnologie Hitachi. Ne abbiamo parlato con Alessandro Mio, Group HR & Corporate Communication Director; Nicolò Gasparin, Executive Vice President Sales & Mktg Mobility Power Solutions; e con Piergiorgio Balbo, Executive Vice President Sales & Marketing Reserve Power Solutions, tutti e tre di Fiamm Energy Technology.

M&A: vincono i due campioni manifatturieri Leonardo (Big) e Ima (Quarto capitalismo)

vacchi albertoCi sono comparti di nicchia tutt'altro che semplici da penetrare. Fare capolino e imporsi in piccoli spazi di mercato è un processo lungo e costoso. Meglio, se si hanno le giuste dimensioni, rilevare i campioni di settore con operazioni di M&A (mergers and acquisitions), attività di finanza straordinaria che portano alla fusione di due o più società (o con la nascita di una nuova società o con incorporazione, e cioè quando la società incorporante mantiene la propria identità giuridica annettendo altre imprese che cessano di esistere). E ci sono poi tecnologie avanzate che si fatica a sviluppare in proprio: difficile recuperare anni di investimenti in ricerca e sviluppo. Meglio agire con una strategia di acquisizioni mirate per ampliare il proprio portafoglio di offerta. Ecco, dunque, i due principali motivi che spingono aziende del manifatturiero all'M&A. Aziende, si diceva, non piccole. Non a caso, alla 14esima edizione degli M&A Awards promossi da Kpmg e Fineurop  in collaborazione con AIFI e Università Bocconi sono state premiate, tra altre aziende, anche due "fabbriche" di dimensioni medie o grandi. 

Lo sapete che c’è un sistema innovativo anti-attacchi informatici nella fabbrica interconnessa?

cyber securityNon basta una azione sola. Il cyber-crime sta assumendo così ingenti proporzioni ed è oggetto di una evoluzione così spinta da richiedere una risposta complessa, costituita dall'adozione di standard internazionali per la comunicazione interna e per la implementazione dell'automazione, di prevenzione nello sviluppo del software e dell'hardware e di formazione specifica del personale. Un approccio olistico, a 360 gradi. È quello adottato da Siemens, gigante globalizzato dell'automazione, dell'elettrificazione, della digitalizzazione. Perché non si tratta più di fronteggiare attacchi esplorativi; ma di contrastare aggressioni specifiche, che mirano al singolo dipendente per far breccia nel sistema produttivo e chiedere un riscatto. Con danni considerevoli per le aziende. Ne parliamo con Angelo Candian, Head of Industrial Communication business segment di Siemens Italia e con Cristian Sartori, Sales Specialist Industrial Networks and Cyber Security della stessa azienda.

CNH Industrial: la digital transformation arriva sui campi

marzia antonioFin dal primo confronto, CNH Industrial, il colosso delle macchine agricole, movimento terra e veicoli commerciali, e la più grande azienda di software del mondo, Microsoft, si sono posti una domanda di strategia: come applicare il concetto di IoT (Internet delle Cose) ai prodotti di CNH Industrial? Quali servizi e, quindi, quale valore, può essere creato a partire da un veicolo connesso? Perché la trasformazione digitale è, appunto, una questione di business integrata da nuove competenze IT. Si trattava, poco più di un anno fa, di aprire nuovi scenari, nella consapevolezza che questo fosse e sia ancora l'iter giusto che la metalmeccanica deve percorrere ora che impera la quarta rivoluzione industriale. E in tempi record, il leader globale nel campo dei capital goods controllato da Exor (l'holding della famiglia Elkann che controlla anche Fca) e il gigante di Redmond hanno così definito la "nuova" CNH Industrial: non più solo trattori e camion, ma flotte e mezzi connessi ad una Service Delivery Platform (SDP), architettura IoT realizzata sulla scorta di soluzioni tecnologiche basate sul Cloud AzureGrazie alla SDP possono essere monitorate informazioni provenienti dalle componenti dei veicoli, per valutare consumi, dati agronomici e per predisporre manutenzioni preventive e predittive, in vista di una generale riduzione dei costi per il cliente finale.

 

Da Siemens nuovi mattoni per la fabbrica 4.0

siemens mecspe schermiSi può presidiare l'intero processo industriale, dalla progettazione alla produzione fino ai servizi? Si può fare, grazie alle nuove tecnologie. Siemens, gigante globalizzato dell'automazione, dell'elettrificazione e la digitalizzazione traccia la via e prepara un terreno favorevole per le aziende del manifatturiero. Perché oggi la digitalizzazione non va intesa a compartimenti stagni, ma anzi deve riguardare l'azienda in tutte le sue funzioni, e la produzione in tutte le sue declinazioni. Parola di Siemens, che guarda sia ai costruttori di macchine utensili che all'utilizzatore finale, siano essi grandi, piccole o medie imprese. E che individua tra i principali vantaggi di questa strategia: un incremento di flessibilità, qualità ed efficienza ed una riduzione del time-to-market. In una sola parola aumento della competitività nel mercato globale. Un percorso completo tra prodotti, servizi digitali e soluzioni tecnologiche lungo l'intero processo produttivo presentato di recente a una delle fiere di riferimento dell'industria manifatturiera, il Mecspe di Parma. Nell'occasione, ne abbiamo parlato con Filippo Giannini, director machine tool systems, e con Luigi Ruggieri, business development manager, entrambi di Siemens Italia.

Abb: un software per trasformare i robot “normali’ in collaborativi

yumi rubik«Il tuo prossimo collega di lavoro potrebbe essere un robot», annunciava il network finanziario londinese CNBC nel 2015. Ed in effetti, in meno di tre anni, i robot collaborativi sono già una collaudata realtà industriale, visto che materialmente operano fianco a fianco con l' uomo nelle linee produttive di imprese di mezzo mondo. Sono progettati per lavorare in sicurezza negli stessi spazi occupati dalle persone, senza barriere e in genere, sono chiamati a svolgere compiti molto specifici. La novità attuale è che si possono realizzare "celle collaborative" partendo da macchine di comune automazione: anche quelle studiate per la movimentazione del materiale, se assistite da laser scanner e software particolari, possono percepire la presenza di operatori umani e adeguare la propria attività alla situazione. Ne ha dato dimostrazione al Mecspe di Parma, fiera di riferimento dell'industria manifatturiera, la multinazionale svizzera Abb (acronimo di Asea Brown Boveri), colosso dell'energia e dell'automazione, guidato dal CEO Ulrich Spiesshofer, con sede a Zurigo, 135mila dipendenti e un fatturato di 35,4 miliardi di dollari. In questa sede l'azienda ha presentato diverse soluzioni innovative: un robot collaborativo YuMi® che riceve ordini gestuali grazie ad uno smart robot; e un sistema che mette insieme trasporto veloce dei pezzi e manipolazioni, combinando robot ABB e un SuperTrack B&R. Tutto questo mentre si avvicina il momento in cui il nuovo YuMi® monobraccio sarà lanciato sul mercato. Ne abbiamo parlato, al Mecspe, con il business development manager di ABB Italia (guidata dall' ad Mario Corsi) Michele Pedretti.

Leonardo+Elite per alimentare la crescita (anche digitale) di alcune aziende

borsa milanoCom'è noto, le aziende che prosperano sono quelle che avanzano lungo due direttrici: l'internazionalizzazione e la trasformazione digitale. Sono attività che richiedono finanziamenti, che però le piccole e medie industrie italiane faticano ad ottenere dalle banche, anche a causa di criteri restrittivi sulla concessione del credito imposti a livello europeo da Basilea II. Come se ne esce? Alla Borsa di Milano e con l'evento "Be Inspired. The key factors for growth", il primo step della collaborazione tra il Comitato Leonardo, che promuove il Made in Italy e che riunisce aziende per un fatturato complessivo di 321 miliardi di euro, ed Elite, che aiuta le imprese a posizionarsi su standard internazionali e poi, eventualmente, quotarsi in Borsa. Si tratta di utilizzare l'ecosistema che ruota soprattutto attorno ad Elite, e che mette insieme private equity, la Borsa, il private debt e altro. Ma anche la Simest e l'Ice, attive nell'internazionalizzazione.Secondo il Comitato Leonardo, le imprese devono imparare ad utilizzare gli strumenti per finanziarsi. Di qui la partnership con Elite, nel cui ecosistema non mancano i possibili finanziatori. 

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