In questi giorni di vacanza, non tutti hanno fatto i bagagli, ma in città le occasioni per vedere qualcosa di diverso non mancano. Quanti di voi sono mai stati all'Orto Botanico di Padova (gita delle elementari esclusa)? Ecco, un pomeriggio può bastare per uscire dalla calura e rilassarsi in un'oasi verde. L'orto ha una storia antichissima : fu istituito nel 1545 per la coltivazione delle piante medicinali, che allora costituivano la grande maggioranza dei "semplici", cioè dei medicamenti che provenivano direttamente dalla natura. Proprio per questa ragione i primi orti botanici vennero denominati "giardini dei semplici" ovvero horti simplicium. Col tempo s'è arricchito di piante da tutte le zone del mondo: vale la pena darci un occhio.
Dal 1997 è patrimonio Unesco, in quanto culla della scienza biologica e medicinale: è infatti il primo Orto Botanico del mondo. Non è grandissimo, ma è bene orientarsi con il percorso guidato per evitare di "saltare" intere collezioni di piante, come quelle carnivore tenute in una serra laterale, e sempre molto amate dai bambini.
L'orto appartiene all'Università di Padova, che ne ha fatto un luogo di studio, di memoria e di cultura. Gli studenti in realtà lo frequentano poco, ma vista l'inesistenza di aule studio aperte a ferragosto, si possono "usare" anche questi luoghi finanziati (dagli studenti) con tasse sempre più alte.
L'ingresso è gratuito per diversamente abili e per studenti e dipendenti dell'ateneo; altrimenti il costo è di 1 euro (per altri studenti) e di 4 per tutti gli altri: è democraticamente accessibile. La sera si anima con qualche iniziativa: qui s'è tenuta la prima dei "Notturni D'Arte" ad esempio, e ha ospitato spesso mostre all'aperto.
A breve termineranno anche i lavori di ampliamento (15mila mq acquistati dall' Università) assegnati ad un'azienda veneta che ha progettato una struttura ambiziosa: da una galleria di vetro e acciaio si potrà accedere a 5 nuove serre e seguendo un immaginario meridiano terrestre si potranno osservare i principali ecosistemi del pianeta, sino alla vita vegetale extraterrestre.
Un viaggio nel tempo e nello spazio, che non sconvolge le strutture originarie e che utilizza interventi mirati per amplificare la vista della Basilica di Santa Giustina. Con questa rimessa a nuovo l'Orto diverrà certo un nuovo punto d'incontro culturale, verde e centralissimo. Vale la pena farci un salto per finanziare questo luogo meraviglioso e per appropriarsi di luoghi vicini ma a volte poco pubblicizzati.
Giulia Carraro