Premessa. Questa è una ricetta ottima per la colazione. Fa parte della serie torte che si bevono-ciucciano-inzuppano meravigliosamente nel latte. Mangiarla così meglio di no, non c'ha burro e si sente, anche se con una salsa fatta con po' di panna-cioccolato e pasta di nocciole (o nutella)...mmm vabbé...soprassediamo. Tutto è nato da un po' di yogurt biologico alla nocciola Igp del Piemonte avanzato. Trattasi di un prodotto visto anche da Eataly, ma che molti negozi bio (leggi in Veneto ad es. Ariele, Cuore Bio) hanno. Ha un gusto delicato ed è un po' meno corposo dei classici di marca. Sopratutto sa di nocciola – cosa non trascurabile – e non di qualche suo surrogato. La torta si conserva bene 2-3 giorni. Meglio non tagliarla per non farla seccare e, se si secca, tostata con la marmellata, c'ha il suo perché. La mattina a colazione, sempre. Appunto. Non ha burro, ma in compenso, ovviamente, un po' di olio e uova. Se volete sostituire un uovo con due tuorli, risulterà più soffice e gustosa, ma poi avanza l'albume, cosa che io odio, perché resta in frigo una settimana e poi il 50% delle volte va a finire buttato.
Sarda un pesce povero, ma ricchissimo di omega 3 come tutto il pesce azzurro.
Dunque se gli omega 3 mantengono integre le cellule e prevengono infarti e ictus, per compensare tanta salubrità la tradizione ha ben pensato di friggerle Il fatto è che sono talmente buone che come si fa a resistere?
La ricetta è venetissima. Di primo acchito può sembrare un abbinamento strano, ma è agrodolce e, quindi, non troppo pesante in bocca. Provare per credere.
Rigenerante e coccoloso, oltre che colorato. Questo piatto è adatto ai primi freddi di stagione. Sembra si stia avvicinando l'inverno, con l'inizio della prossima settimana e un calo netto delle temperature, bisognerà rassegnarsi a prendere qualche chilo.
Per dare un gusto un po' particolare potete usare il Fodom, formaggio delle valli bellunesi non tanto stagionato o qualsiasi altro latticino con una connotazione precisa. Sconsigliata mozzarella, latteria, morlacco o formaggi che hanno poca "vena", perché si perdono tra la zucca e la crêpe.
Cucina con Rob, presso la Sades Impianti di Belluno, in zona aeroporto, chiude la stagione autunno-inverno 2012 con due corsi dedicati al Natale. Sabato 15 dicembre in collaborazione con l'associazione "Torte che passione" propone un corso di cake design per imparare a decorare con la pasta di zucchero il panettone. La lezione durerà 4 ore e avrà un costo di 60 euro. Il corso si svolgerà su due turni. Ci sono ancora solo due posti disponibili il mattino dalle 9 alle 13 e 7 il pomeriggio dalle 14 alle 18. Tutto il materiale necessario sarà fornito in loco. A tutti i partecipanti sarà dato, inoltre, in omaggio un set di stampini ad espulsione per la stella di Natale.
Un classico, che più classico non si può. Ma intramontabile. Varia a seconda della tipologia di fungo che si sceglie. Re è il porcino, non sempre proprio facile ed economico da trovare. Ottimi sono, invece, i chiodini, come in questo caso. Non bisogna lesinare con burro e parmigiano, ma grazie al cielo, i funghi hanno pochissime calorie. La ricetta è di semplice esecuzione, bastano una ventina di minuti a patto di trovare funghi puliti e avere il brodo di verdure pronto. Si può utilizzare un dado (o un granulare) vegetale, a patto di evitare il glutammato di sodio (il cosiddetto sesto gusto), esaltatore di sapidità chimico, che personalmente aborro, per dirla alla Mughini.
Si fa presto a dire ketchup. Basta comperare un tubetto e il gioco è fatto. Sulle patatine fritte o in accompagnamento alla carne questa salsa d'origine asiatica è diventata simbolo del sogno americano. Pomodoro e zucchero sono la base della salsa, con un pizzico d'aceto. Negli Usa aggiungono cipolla e spezie a gogò, in Italia a volte anche del peperone rosso, seguendo la ricetta del bagnet ross. Si possono provare a mettere tanti ingredienti e tritarli per testare le varianti. Fare il ketchup in casa è semplicissimo e il prodotto che si ottiene è, ovviamente, mille volte più salutare di quello ricco di conservanti che si acquista sullo scaffale del supermercato. Altrettanto ovviamente regge poco, se non messo in vasetto come la marmellata e solo conservato in frigo.
Le pietanze grasse e succulente sono più gustose se accompagnate da un buon vino, meglio se rosso e corposo. O magari da un tè. Non sono i suggerimenti di un gourmet, ma è quanto afferma una ricerca coordinata da Paul Breslin del Rutgers University Department of Nutritional Sciences di New Brunswick (Usa) e del Monell Chemical Sciences Center. Lo studio, pubblicato su Current Biology, spiega perché tendiamo ad abbinare tra loro determinati tipi di alimenti e bevande. La bocca è forse il più sensibile organo del corpo umano, combinando gusto e tatto. Sapori e sensazioni tattili interagiscono nella scelta del nostro menu, e spesso gli abbinamenti più piacevoli sono fatti per contrasto. Non è quindi un caso che nelle cucine di mezzo mondo si usi accostare ingredienti astringenti e grassi, come lo zenzero con il sushi, l'aceto e l'olio con l'insalata, il succo di limone con i fritti, e il tè come accompagnamento di uova e pancetta.
E selvaggina sia, anche se non a tutti piacerà. Dopo le già visitatissime pappardelle integrali al capriolo un'altra ricettina con la carne di montagna. Questa volta niente tempi lunghi di cottura, ma per una carne rosa e tenera è consigliato, invece, un termometro o una sonda. La salsa saporita e velocissima da fare, salvo la marinatura precedente, rende la carne un po' speziata e molto particolare, oltre ad essere adattabile a molti palati, cambiando le erbe contenute. E' analcolica, niente vino, molto delicata, ma, se volete dare più corpo al piatto o non siete certi che la carne non sappia di selvatico, un pizzico di rosso in marinatura è consigliato.