La flessione oltre le attese della produzione industriale di novembre, una frenata pari a -2,6% su base annua, è figlia di diversi fattori. Tra i tanti, se ne possono reperire alcuni che hanno pesato di più su quella che, secondo alcuni, può inverarsi in una Caporetto per le fabbriche italiane, con l'affossamento della fragile ripresa degli ultimi anni. Quanto agli investimenti privati, sono in decelerazione a causa delle incertezze del governo sul rinnovo degli incentivi sul 4.0, e per via di un generale clima di sfiducia tra operatori economici determinato dall'inserimento in Manovra di misure bandiera assistenziali e dalle cupe prospettive legate al recupero di 23 miliardi per scongiurare l'aumento dell'Iva. Quanto agli investimenti pubblici, grandi opere per ora non sono in corso. Quanto alla leva dei consumi, non funziona più, perché dopo anni di calo, attualmente la pressione fiscale è in crescita. Un'altro volano della manifattura è l'automotive: quello italiano è in terreno negativo per il 13,3%, quello tedesco va anche peggio incidendo sulla flessione del 4,7% su base annua della produzione industriale tedesca. Pessima notizia, perché il rallentamento della locomotiva di Berlino determinerà effetti recessivi su tutto il Vecchio Continente, e soprattutto sul Belpaese, anche considerato il gran numero di aziende nostrane terziste di quelle tedesche.
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14 gennaio 2019
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