Forse il nuovo CIO (chief information officer), quello emergente dalla trasformazione in corso, sarà come lo immagina Gaetano Correnti, che è appunto partner KPMG head of Cio Advisory. Un mediatore, tra l’IT interno e l’ecosistema esterno. E ciò perché «sta cambiando il mondo del lavoro, ed occorre un nuovo equilibrio tra la velocità esterna e quella interna dell’IT». Per capire, però, bisogna fare un passo indietro nel ragionamento di Correnti, che prende spunto dalla ricerca “Harvey Nash/KPMG CIO Survey 2017”, vasto sondaggio in materia giunto alla 19esima edizione: sono stati sentiti 4.500 CIO e technology executives di 86 paesi. Una analisi che è stata condivisa nel corso del CIO Executive Meeting “Il nuovo ecosistema della digital company”, che si è tenuto nella sede del Gruppo 24 Ore. L’approfondimento con la discussione è centrato sul ruolo di leadership del direttore informatico. Siamo, secondo Correnti, a un punto di svolta. «Il 64% degli intervistati riconosce che il contesto politico, economico e di business sta diventando sempre più imprevedibile. Per esempio, il 52% sostiene che occorre creare piattaforma tecnologiche più flessibili e agili; il 49% ammette di lavorare con budget ridotti rispetto al passato; il 45% sta investendo in cyber-security e il 34% in automazione; e così via». È un quadro in movimento. Anche perché la trasformazione digitale ha poco a che vedere con precedenti rivoluzioni industriali.
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30 giugno 2017
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