Produzione persa, impianti e manodopera inattiva, prodotti difettosi, danni, attrezzature danneggiate sono fra gli effetti delle interruzioni di potenza nell’industria manifatturiera. In generale, secondo il sondaggio “Allianz Risk Barometer 2017” (condotto su 1.237 esperti di rischio di 55 paesi) il rischio più sentito dalle aziende a livello globale è il blocco delle attività. Che può essere causato anche da un black-out. Nel 2006, infatti, il Lawrence Berkeley National Laboratory (Berkeley Lab), legato al dipartimento dell’energia dell’Università della California, ha stimato il costo annuo delle interruzioni di potenza per gli Usa: 79 miliardi di dollari, di cui 20,4 (26%) nel settore industriale, 56,8 (72%) nel commerciale e 1,5 (2%) nel residenziale. Il laboratorio (si legge in “The National cost of power interruptions to electricity costumers – A early peek at LBNL’s 2016 update estimate”, Joseph H. Eto) sta aggiustando il tiro. I calcoli non sono ancora definitivi, ma in via preliminare si stimano costi, sempre per gli Usa, pari a 110 miliardi di dollari annui, di cui almeno 30 riguardano l’industria. È evidente che le perdite possono rappresentare un serio problema per la singola azienda, e ciò a prescindere dalle sue dimensioni. Ma oggi esistono delle soluzioni in grado non solo di affievolire, ma anche annullare il rischio. Derivano dalle applicazioni del digitale nel contesto degli apparati dell’elettrificazione.
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12 giugno 2017
credits immagini: ABB