Al controllo di qualità in ABB ci pensano robot dotati di visione integrata e scanner, congegni sofisticati in grado di localizzare gli oggetti. Verificano che tutti i componenti siano al loro posto – che siano quelli giusti e che siano stati montati ad arte. Svolgono attività di misurazione e allineamento impossibili sulla scorta del solo occhio umano. Sono veloci e intelligenti: non serve istruirli sulla posizione degli oggetti, secondo schemi meccanici e ripetitivi. Fanno fronte alle nuove sfide poste dai sistemi di produzione industriale: consentono di risparmiare tempo e di evitare scarti e sprechi. Nello stabilimento di Dalmine (Bergamo) funziona così. I robot li fornisce la casa madre: la fabbrica bergamasca è parte di ABB Italia (6mila dipendenti; 2,4 miliardi di fatturato; quota export pari al 67%) che a sua volta appartiene alla multinazionale svizzero-svedese ABB (acronimo di Asea Brown Boveri), colosso dell’energia e dell’automazione con sede a Zurigo, 135mila dipendenti e un fatturato di 35,4 miliardi di dollari. Il gruppo è quotato sia a New York che a Zurigo che a Stoccolma. A Dalmine ci si occupa di prodotti e sistemi di media tensione.
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10 febbraio 2017
credits immagine: ABB