Gli Spedali Civili di Brescia, nonostante numerose sentenze che imponevano la sperimentazione, hanno deciso di sospendere i trattamenti con il tanto contestato metodo Stamina di Davide Vannoni. La decisione è stata presa in attesa che la nuova commissione scientifica nominata dal Ministero della Salute si esprima su questa intricatissima vicenda, che ha ormai da tempo assunto le connotazioni di una telenovela: tra bocciature della scienza e rivalutazioni attraverso le sentenze dei tribunali. Il tutto a spese dei contribuenti e alimentando impropriamente le speranze dei pazienti e dei loro parenti.
Così dopo un primo parere negativo della prima Commissione Ministeriale e una seconda bocciatura del Comitato Bioetico della regione Sicilia, anche gli Spedali Civili di Brescia sembrano volere prendere le debite distanze da un metodo che recentemente, meno di una settimana fa, in una sentenza di un giudice del lavoro di Torino a seguito di un ricorso di un paziente, è stato definito pura «ciarlataneria». L'annuncio della cessazione delle cure ai pazienti attualmente inseriti nel ciclo di sperimentazione è stato dato dal commissario straordinario Ezio Belleri, in audizione ieri presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla vicenda Stamina Foundation.
La scienza ufficiale attraverso illustri ricercatori ed eminenti scienziati si era già espressa negativamente nei confronti del Metodo Stamina. Ancora recentemente la senatrice Elena Cattaneo ha parlato del «più ciclopico deragliamento che la storia della medicina abbia vissuto». Mentre per quanto riguarda i magistrati che hanno imposto questa cura, in un editoriale sul Corriere della Sera di oggi, Adriana Bazzi mette in evidenza come l'Italia non brilli per cultura scientifica e forse «i giudici dovrebbero ascoltare di più chi si intende di questi argomenti, invece di assecondare gli umori dei cittadini, pur nel rispetto degli ammalati che sperimentarebbero di tutto per trovare una soluzione alle loro sofferenze».
La mamma di Sofia, una delle giovani pazienti sottoposta al ciclo Stamina, dopo un ricorso al tribunale, ha protestato per questa sospensione minacciando una «pioggia di querele». Secondo lei «Chi ha cominciato la cura, e allo stato attuale sono 34 pazienti, è tutelato dalla legge numero 57, scaturita dall'ex decreto Balduzzi, che riguarda le cure compassionevoli». Per quanto riguarda la cura i dati ufficiali li ha esposti sempre ieri il commissario straordinario Ezio Belleri: «Sono 36 i pazienti in trattamento con il Metodo Stamina agli Spedali Civili di Brescia, due deceduti e uno ritirato. 147 sono i pazienti in lista d'attesa. I ricorsi sono attualmente 519, di cui 160 respinti e 68 ancora in attesa di decisione».
Ma quanto è costato finora la sottoministrazione di questa «cura compassionevole»? Dati ufficiali ancora non ce ne sono, ma una stima approssimativa, per difetto, vede una spesa di 50mila euro per acquisto di materiale di laboratorio per i trattamenti. Un rimborso per ogni prestazione di duemila euro. Mille euro per ogni infusione di staminali e infine oltre 900mila euro solo per le spese legali. Una spesa complessiva destinata a lievitare, per cui se la senatrice Cattaneo ha parlato del «più ciclopico deragliamento della medicina», non è difficile parlare anche della «più grande truffa scientifica del secolo».
Matteo Bugliaro Goggia
03 Aprile 2014