Animalisti sul piede di guerra. Dopo Caterina Simonsen, ora nel mirino c’è Peppa Pig

peppapig1Dopo le minacce di morte a Caterina Simonsen, la studentessa 25enne affetta da quattro rare malattie genetiche, colpevole, secondo alcuni pseudo-animalisti, di aver difeso la sperimentazione animale, grazie alla quale è ancora in vita. E' la volta di Peppa Pig. Il celebre cartone animato che spopola tra i più piccoli sarebbe colpevole, secondo l'AIDAA, Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente, di trasmettere «una condizione di felicità assolutamente sconosciuta alla realtà delle vere Peppe Pig, maiali costretti a vivere in condizioni assolutamente inaccettabili e comunque massacrati a volte in maniera crudele, fine riservata specialmente a quei maiali uccisi nelle fattorie o da privati che specialmente nel sud Italia dove prima di morire vengono presi a bastonate ed ammazzati allo scopo di farne salami».

Il 2013 è stato un anno particolarmente attivo per gli animalisti più estremi. Se da una parte le azioni pacifiche e le iniziative di volontariato delle molteplici e variegate associazioni, disseminate sotto innumerevoli sigle, molte delle quali fantasiose, a favore degli animali e dell'ambiente, sono per la maggior parte indispensabili per responsabilizzare l'opinione pubblica sulle condizioni spesso inaccettabili e vessatorie in cui talvolta sono costrette a vivere numerose specie animali. Iniziative che il più delle volte riescono materialmente in alcune zone a porre fine a fenomeni come quello del bracconaggio o dello sfruttamento indiscriminato della fauna, o a far cessare ripetuti maltrattamenti sugli animali, spesso perpetrati a scopo di lucro. Dall'altra parte certe iniziative estreme, da parte di fondamentalisti animalisti, si ritorcono contro il variegato movimento animalista stesso.

Nel 2013 abbiamo assistito a molteplici iniziative. Ad aprile c'è stato l'assalto allo stabulario di Milano, con la perdita degli animali usati nella sperimentazione, perché gli attivisti ne hanno rilasciati un centinaio (tra topi e un coniglio) e hanno mischiato le etichette sulle gabbie, rendendone impossibile il riconoscimento. A Padova, in giugno, non è stato possibile a causa delle minacce degli animalisti, effettuare il flash mob tra le strade della città per pubblicizzare la prima Manifestazione nazionale «Italia Unita contro la Disinformazione Scientifica». Manifestazione, organizzata dal gruppo di divulgazione scientifica Pro-Test Italia, che ha voluto informare sullo stato dell'arte nei settori dei vaccini e delle terapie vaccinali, OGM e sperimentazione animale e che è stato possibile svolgere solo grazie al presidio della polizia.

Altre polemiche hanno infiammato la città di Padova. Il caso Caterina Simonsen, insultata e minacciata di morte, per aver ringraziato pubblicamente la sperimentazione animale che ha reso possibile gli avanzamenti della scienza necessari alla sua sopravvivenza e a quella di molti altri malati gravi come lei. Caso che ha messo in luce più che mai l'estremismo fondamentalista e talebano di alcuni pseudo animalisti, che barricati sulle posizioni delle loro presunte ragioni negano ogni contradditorio, negando così anche il diritto di parola e di opinione di chi assume posizioni diverse dalle loro. Come ha messo in luce anche Pietro Greco, sulle pagine dell'Unità di lunedì 13 gennaio, in un articolo intitolato «Noi, la ricerca e gli animali». Altro caso padovano che ha suscitato polemiche è stato la separazione, ordinata dal comandante della Polizia Municipale Lorenzo Panizzolo, dei cani Thor e Nike, dai loro addestratori, i vigili cinofili Stefano Pinton e Nadia Bettio. Caso che ha visto un deciso scambio di battute tra Michela Brambilla e il sindaco «reggente» Ivo Rossi e infine l'affissione di uno striscione polemico sui cancelli del municipio da parte di «centopercentoanimalisti».

Come se tutto questo non bastasse ecco il colpo di scena. Lorenzo Croce (questa la sua pagina Facebook) presidente dell'AIDAA, ha denunciato il cartone animato Peppa Pig al Tribunale dei Minori di Milano. Nella denuncia, pubblicata sul sito dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente, si riportano le seguenti motivazioni: «in molti cartoni animati, fiabe, film e libri per bambini che raccontano storie di animali felici (vedi ad esempio Peppa Pig) in realtà si trasmette una realtà distorta su come nella realtà questi animali (quelli veri) vivono la loro condizione, in quanto ad esempio i topolini che da anni vengono presentati come animaletti felici ed addirittura spesso umanizzati (vedi tra tutti Topolino di Walt Diney, ma anche i cartoni di Speedy Gonzales o Autogatto e Mototopo per tornare indietro nel tempo) nella realtà sono sottoposti a sterminio crudele per mezzo di veleno nella maggior parte dei casi, mentre molti di loro sono invece utilizzati nei laboratori di vivisezione dove vivono una condizione tutt'altro che idilliaca o felice». La soluzione migliore, secondo Lorenzo Croce portavoce dell'AIDAA, sarebbe «inserire alla fine dei cartoni animati o dei film, ma anche di libri e fiabe una pagina dove si spieghi chiaramente che gli animali usati nei cartoon spesso nella vita reale vengono maltrattati, se non addirittura sterminati». Si attende a breve la dichiarazione difensiva di Peppa Pig.

Matteo Bugliaro Goggia

14 gennaio 2013

thor e nike

 

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