Quanto paghiamo le fonti rinnovabili in Italia?

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viewerNel nostro paese è in atto una "curiosa" controversia sugli incentivi alle fonti rinnovabili e fonti "assimilate". Gli incentivi alle fonti rinnovabili vengono pagate in bolletta dai consumatori con una voce chiamata CIP6, derivata dalla delibera del Comitato Interministeriale Prezzi, nella quale l'Italia ha inserito la definizione di "fonti assimilate". Oltre alle vere fonti rinnovabili vengono comprese: 1) impianti alimentati a calore recuperabile dai fumi di scarico e da impianti termici, elettrici o da processi industriali; 2) impianti che usano gli scarti di lavorazione o di processi e che utilizzano fonti fossili prodotte solo da giacimenti minori isolati; 3) termovalorizzatori

 

L'aspetto più controverso della "questione CIP6" è quello degli inceneritori di rifiuti, per i quali l'Italia è incappata anche in un paio di procedure di infrazione da parte della Comunità Europea.

Attualmente, la legge 210/2008 prevede che gli incentivi vengano concessi solo ai termovalorizzatori entrati in esercizio entro il dicembre 2009 ma con l'art. 9 pone una deroga completa per tutti gli impianti di incenerimento previsti per far fronte a "situazioni di emergenza", come quella campana e siciliana.

Costruire e gestire i termovalorizzatori rappresenta un grosso affare per pochi e pagato dai contribuenti con il risultato che si discute di quanti inceneritori costruire e di dove metterli per risolvere la questione dei rifiuti, piuttosto che attivare seriamente la raccolta differenziata e incentivare la costruzione di moderni impianti di riciclo.

In ogni caso, nel decennio 2000-2009, gli incentivi concessi a tutte queste categorie di impianti hanno raggiunto complessivamente la cifra di circa 33 miliardi di euro (Fonte: GSE, Rapporto delle attività svolte nel corso del 2009, pubblicato a luglio 2010), pari a più del doppio dell'ammontare destinato nello stesso periodo alle "vere" rinnovabili, ovvero 13,5 miliardi.

Uno studio condotto da APER (Associazione Produttori Energia da fonti Rinnovabili) a seguito della denuncia da parte della AEEG (Autorità per l' Energia Elettrica ed i Gas), ha analizzato tutte le voci di una bolletta energetica tipo.

Si ipotizza che la bolletta sia di 425 € all'anno in cui sono presenti:

61 € di oneri fiscali

38 € di oneri fissi di cui

31 € per il sostegno alle rinnovabili ed assimilate così suddivisi:

- 5,2 € di spese di smantellamento dei siti nucleari ed il riconoscimento delle misure di compensazione territoriali;

- 2.8 € ai grandi consumatori di energia ai quali viene pagato un fisso per il servizio di "interrompibilità";

- 8.4 € incentivo alla produzione di energia elettrica a partire da residui di raffinazione e idrocarburi da giacimenti isolati minori.

Nel 2009 nucleare, assimilate e "interrompibilità" sono costate circa 2,24 miliardi di euro, contro i 2,1 miliardi di euro per i contributi alle rinnovabili. Stiamo ancora pagando il nucleare degli anno '90, quando quei soldi potrebbero contribuire allo sviluppo delle rinnovabili.

L'AEEG denuncia inoltre il fatto che su tali oneri i consumatori pagano l'IVA come se acquistassero un bene o un servizio.

Nel 2010 il Kyoto Club ha stimato al rialzo i costi totali per le rinnovabili in bolletta in Italia (2,7 miliardi di euro) e valutato in oltre 3 miliardi gli oneri "impropri", quali IVA non dovuta, smaltimento del vecchio nucleare, agevolazioni tariffarie per le ferrovie. Circa 2 miliardi sono da attribuire per il mancato collegamento elettrico tra Calabria e Sicilia e per i contratti che prevedono la cosiddetta "interrompibilità" a favore dei grandi consumatori di energia.

La bolletta nel 2011 sarà lievemente più cara per pagare il "boom" del fotovoltaico fatto registrare nel 2010, ma in pratica scontiamo il costo delle agevolazioni ai grandi consumatori di energia bollette e paghiamo oneri ulteriori per la produzione di normale energia da fonti fossili o termovalorizzatori e potenzialmente freniamo le vere rinnovabili.

Le fonti pulite costano per gli incentivi erogati, ma il loro contributo crescente sta consentendo di abbassare il costo dell'elettricità, tanto che potrebbero far risparmiare alla collettività 660 milioni di euro al 2013, oltre a garantire sicurezza di approvvigionamento.

Serve perciò rigore nel concedere gli incentivi solo alle fonti e agli impianti che ne hanno bisogno e "pulire" le bollette elettriche da tutte quelle voci che le rendono inutilmente pesanti.


Marco Santinello

15 giugno 2012 

 


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