Studiare in Italia e non far ridere all'estero: si può

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ateneiPezzi di carta di atenei italiani che, valutati all'estero, non fanno ridere a crepapelle. La notizia è che esistono, e che si possono ottenere con un po' di sacrificio. Certo, il sistema universitario italiano è valutato per ciò che è: il QS World University Ranking stima (dati 2011) che il primo ateneo nostrano sia l'Alma Mater di Bologna, che si piazza al 183° posto in una classifica mondiale dominata da Gran Bretagna (Cambridge, 1°; Oxford, 5°; Imperial College, 6°; UCL, 7°) e Stati Uniti (Harvard, 2°; Mit, 3°; Yale, 4°); Bologna è dietro diverse università del terzo mondo; e non sono presenti, nei primi 200 posti, altri atenei tricolori. 

 

In genere la scusa ufficiale è che non ci sono fondi; ciò è senz'altro vero per tutte le attività scientifiche; ma l'Italia è scomparsa dalla cartina geografica della cultura anche in materie, come filosofia e sociologia, dove basterebbe un po' di serietà.

La Caporetto dello Stivale è il risultato di 50 anni di selezione del personale docente secondo il criterio dell'appartenenza e non del merito. Un mondo medievale, con feudi privati dove piazzare amici e parenti. E tutti si sono dati da fare: comunisti e diccì, sindacati e ciellini; e un po' come alla Rai, tutti pronti a "ricollocarsi" in caso di necessità.

Certo, in un simile contesto, il merito non soltanto è ignorato, ma è anche sgradito: è destinato, infatti, a mettere in luce le carenze di chi occupa un posto senza meritarselo. Anche senza prendere iniziative di alcun genere, chi sa o sa fare è dannato: la sua presenza rischia di inceppare il meccanismo. 

Un mero esamificio, dove l'apporto dei docenti, con qualche eccezione, è pressocché nullo. Con "luminari" che in realtà sono degli anziani che firmano lavori altrui da 30 anni, e che pertanto non hanno la più pallida idea dello stato dell'arte della materia.  

Stando così le cose, sorprende che ci siano ancora, in Italia, facoltà che non fanno pena. Nel ranking per "subject", infatti, si scopre che la Bocconi di Milano è 26esima in finanza e 29esima in economia. E che Bologna è 32esima in legge, 42esima in lingue moderne e 48esima in storia.

Nella fascia tra la 51esima e la 100esima posizione, Bologna si piazza in statistica, finanza, ingegneria chimica, psicologia, chimica e matematica; il Politecnico di Milano in ingegneria elettronica e meccanica, informatica, e ingegneria chimica; l'università di Milano in legge, insieme a Firenze; la Sapienza in lingue moderne, ingegneria civile e storia; Trieste in metallurgia. E Padova? Nella stessa fascia, in linguistica. E' ciò che resta dell'«Atene d'Europa», la patria della scienza moderna, la Cambridge del 17° secolo, ai tempi di Galileo, Harvey e Morgagni.


Marco de' Francesco

31 maggio 2012


       

  



     

 

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