Quando l'amore è business. A Dakar Casanova è femmina

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dakar prostitute"...When you're gonna stop breaking my heart/I don't wanna be another one/Paying for the things I never done/Don't let go/Don't let go/To my love.."

e quel suono di fisarmonica che ormai è diventato familiare alle mie orecchie. "Oddio" penso non appena mi accorgo che muovo la testa a ritmo e canticchio la canzone a pezzi "oddio no!!". Per un istante entro in crisi con me stessa, io che ho sempre mal sopportato la musica commerciale, ora mi ritrovo non solo ad ascoltarla ma anche a canticchiarla. No!! E' così tamarra, mi ricorda le discoteche di paese, quelle in cui i dj non smettono di parlare e sparano frasi del tipo 'su le mani, su, verso il cielo' e ancora 'adesso voglio sentire le donne, ci siete???' con urletti striduli e sgraziati a seguire o peggio ancora 'si vola, si va' e tutti in pista, esaltatissimi, bicchieri al cielo e conversazioni rigorosamente in dialetto. 

 

Eppure questa colonna sonora che fa molto estate riminese è frequente anche qui a Dakar. Non appena il dj ha messo il pezzo, tutti, nelle due piccole piste del Calypso si sono lanciati nei balli più improbabili. Compresa io. Guardo le persone attorno, strette le une alle altre, tutte rigorosamente in direzione specchio. I senegalesi hanno un rapporto strano con tutto ciò che riflette la loro immagine, ovunque vi sia specchio, state sicuri che ci sarà un senegalese o una seneglese che si mira e si rimira. In discoteca diventa davvero una scena ricorrente, sembra quasi di essere ad un corso di step o di aerobica, manca solo l'istruttore di fronte, pantalone aderente e cuffia con microfono, 'uno, due, tre; su e giù, destra, sinistra'.

Tutti sono concentrati a ballare e a specchiarsi, ammiccando con sguardi sesuali e languidi alla propria immagine. La cosa mi urta a tal punto che ogni volta che decido di andare in pista e ballare mi metto in direzione contraria, rompendo le file perfettamente ordinate e quasi militari, ballando dalla parte opposta a tutti. E poi, diciamoci la verità, ma come caspita si balla la musica house commerciale? Cercando di fare l'indifferente osservo per cercare di copiare i movimenti dei miei vicini ma niente da fare. Ognuno improvvisa nei modi più strani con cadenze ripetute sempre uguali. Cambia la canzone ma il ritmo rimane sempre lo stesso e tutti, imperterriti, continuano nei loro movimenti nonostante il poco spazio e il caldo divenuto insopportabile. Da poco meno di un anno il Calypso è diventato un locale di tendenza, passando all'improvviso da bar malfamato a piccolo locale 'trendy' del centro città, con grande mio disappunto. Da sempre infatti amo i posti poco conosciuti, quelli nascosti, roots e underground; quelli per intenderci dove le persone vanno per divertirsi davvero e non perché è di moda o perché lì si possono trovare le persone più 'in'. Fino allo scorso anno questo bar nascosto tra un'infinità di piccole stradine interne vicine alla centralissima 'Place de l'indépendance', era uguale a tanti altri piccoli bar, qualche studente, qualche vecchio pappone bianco, le immancabili prostitute e tanto, tanto divertimento. Fino a poco tempo fa non si pagava nemmeno, l'entrata era gratuita. Ma si sa, la moda detta legge e così, anche i bar di strada, rivalutati come metropolitani-chic, hanno cominciato a cambiare volto e a fare abile marketing di se stessi. Così, all'improvviso, sono comparsi buttafuori '4x4' incravattati agli ingressi e consumazioni obbligatorie. Considerato che per una coca cola ci vogliono 2.500 CFA, (all'incirca 4 euro), mentre per una birra 3.500 (5 euro) e per un cocktail alcolico la bellezza di 5.000 CFA (8 euro), la maggior parte dei normali clienti è stata rapidamente tagliata fuori e con essa anche la mia felicità per aver finalmente scovato un posto interessante e, soprattutto, gratis.

'I gotta feeling that tonight's gonna be a good night/ that tonight's gonna be a good night/ that tonight's gonna be a good good night' cantano i Black eyed peas mentre le gente ridacchia e si agita. Le canzoni commerciali hanno lo stesso effetto ipnotico. Potere globalizzante della musica. Certo come dare torto a questo gruppo di giovani, belli, ricchi e famosi. Qui in Senegal questo 'Tonight's the night night

Let's live it up/I got my money/Let's spend it up/Go out and smash it/like Oh My God/Jump off thatsofa/Let's get get OFF' non so quanto possa essere fattibile. A salari medi di 100 euro, il costo della vita aumenta vertiginosamente di giorno in giorno, arrivando ad essere quasi quanto quello dei paesi europei se non, in molti casi, superandolo. La massiccia presenza di stranieri e vacanzieri modou-modou, sempre freschi di abiti nuovi e di moneta, ha contribuito ad alimentare una crescita esponenziale dei prezzi, senza che nessuno, a livello governativo, si prendesse carico di controllare. Peccato che i vacanzieri dopo tre settimane se ne tornino a casa, le tasche vuote ma lo spirito rinvigorito, mentre i senegalesi si ritrovino a dover rimanere , costretti a prezzi che hanno davvero dell'incredibile, le tasche vuote e lo spirito a terra. Dakar cara come Parigi, impossibile permettersi la maggior parte delle cose quando si ha un lavoro a stipendio normale. Tutto diventa un sogno effimero o prodotto per toubab e i giovani, stanchi e rassegnati, imprigionati a casa loro ma senza possibilità di realizzazione, cercano le soluzioni che possano permettere loro di arrotondare, di fare soldi veloci o di partire all'estero.

Le ragazze, sempre più materialiste e calcolatrici, rivalutano invece il mestiere più antico del mondo e affollano bar e discoteche alla ricerca di potenziali clienti o vecchi papà bianchi. La prostituzione a Dakar si è trasformata veloce come la società. Regole di mercato. Non più solo ragazze senza mezzi dunque, ma tutto un esercito di giovani donne che, con calcolo e razionalità, si regalano vestiti nuovi e ristoranti, pagando in natura.

Ne ho conosciute tante di prostitute in questi anni, da quelle nottambule dei locali notturni alle studentesse universitarie ma tutte accomunate da un filo sottile, la leggerezza nell'utilizzare il sesso come mezzo, senza troppi pensieri o preoccupazioni, ma neanche la coscienza dei rischi o delle conseguenze; e questa tristissima autoconvinzione che il miglioramenteo della propria esistenza possa passare solo attraverso l'uso del proprio corpo e non solo (o anche) attraverso la propria intelligenza o l'impegno e la fatica.

"Fra un po' arrivano dei francesi" mi dice Mami, 22 anni della Casamance, da due a Dakar "in quest'ultimo periodo sono arrivati parecchi turisti, speriamo di trovare uno che sganci qualcosa, devo pagare l'affitto della mia stanza e poi vorrei comprarmi qualcosa di nuovo" mi dice facendomi l'occhiolino. Si sistema i capelli con cura e accavalla le gambe, poi prende la sua birra e la sorseggia "allora come va il tuo negozio a Sandaga?" mi chiede.

"Va bene per ora" le rispondo, poi le chiedo "non ti viene mai voglia di cercare un lavoro normale?".

Mi guarda, sorpresa dalla domanda e ride "Diarra, qui è quasi impossibile trovare lavoro. Se sei fortunata ti pagano 50.000, 60.000cfa (90, 100 euro) al mese. Se sei fortunata. Poi devi sempre mettere in conto che il tuo capo prima o poi ci proverà e ti vorrà portare a letto. Succede quasi sempre e in tante cedono, per paura di perdere il posto o per ottenere favori. Diventa prostituzione no? Allora tanto vale farlo e farsi pagare. E i bianchi pagano e ti fanno regali, alle volte si innamorano. Per quello io non voglio più clienti senegalesi o, peggio ancora, gnak".

La ascolto mentre sorseggio un Martini bianco, che, ovviamente, è stato servito con il contagoccie, come spesso accade nelle discoteche di Dakar.

Neanche il tempo di poggiare il bicchiere che sento sbraitare dietro di me "Chiara!!!!!! Honey!!!". E' Mariah, non devo neanche girarmi, solo lei ha nella voce un'energia e una solarità strabordante. Mariah è una ragazza sierra leonese di 24 anni, da tre stabile a Dakar. Molte delle prostitute di Dakar sono infatti straniere: ghanesi, sierra leonesi, guineane, ivoriane. E tutte si prostituiscono nei locali notturni disseminati in tutta la capitale. I prezzi vanno dai 5.000cfa (8 euro) per una prestazione completa con senegalesi, ai 20.000 (30 euro circa), 25.000 (4o euro circa), 30.000cfa (poco meno di 50 euro) per clienti stranieri. O forse anche di più, dipende dall'abilità seduttiva della ragazza.

"I'm so happy to see you" mi dice riempiendomi di baci e abbracci. Mariah e le sue amiche sono affezionate clienti del mio negozio e per loro mi adopero a scegliere abiti adeguati agli ambienti che frequentano, tubini striminziti, gonne a 'giro passera' e completini leopardati inguardabili. Qui il maculato va sempre forte e rido se penso che quando ero a Padova mi domandavo sempre dove trovassero calze, gonne, pantaloni e scarpe leopardate le nigeriane che bazzicavano la zona stazione, sempre strette nei loro vestiti improponibili.

"I would like to stay with you more but i've to go, see u later". Mariah è sempre di fretta, il suo carattere effervescente e la sua bellezza morbida la rendono una delle ragazze più richieste. La vedo contrattare con un ragazzo africano ed uscire assieme. Di solito le prestazioni hanno luogo nei piccoli alberghi a fianco o nelle camere prese in affitto dalle ragazze stesse.

Ritorno in pista a ballare. Ormai conosco volti e persone e così non mi sfuggono alcune ragazze dell'università, anche loro arrotondano con colleghi per via sessuale, pagandosi così scarpe, vestiti e libri.

Nulla di nuovo. Visto e rivisto. Eppure c'è qualcosa che stona in tutto questo. C'è nell'arte seduttiva femminile senegalese portata all'esasperazione qualcosa di triste. Non più solo la femminilità asservita alla conquista di un innamorato, ma il freddo calcolo del guadagno materiale. Baci, abbracci, sguardi ammiccanti, carezze e caratteri servizievoli sono tutti un grande inganno. Gli uomini, sedotti come marinai dalle voci delle sirene, ci cascano, uno dietro l'altro e si ritrovano a dover pagare il proprio amore a fior di quattrini. Non pochi gli occidentali asciugati di tutti i beni e abbandonati. Casanova ha cambiato sesso già da tempo. Tutto qui ha un prezzo e tutto si può comprare. La battaglia tra le nuove geishe senegalesi si combatte a colpi di thiouray e bin bin. E la prostituzione si ibrida, cambia forma e non si riesce più a distinguere chiaramente tra chi è davvero prostituta e chi invece fa sesso o stà ssieme ad un uomo per avere praticamente le stesse cose, soldi e regali. Tutto si mescola; tutto si confonde al punto tale che i giovani maschi senegalesi sembrano quasi arresi al fatto che la donna che starà con loro, ci starà inanzittutto per interesse. L'amore qui ci vede benissimo e più hai, più possibilità avrai di avere tante, tantissimi fidanzate innamorate e servizievoli.

Sono le 4.00 di mattina e il Calypso è pieno. Finalmente il dj ha cominciato a mettere hip hop, comincio a sentirmi a casa e con Sefyu in sottofondo questo posto si confonde tranquillamente con una delle tante micro discoteche di Parigi. La gente continua a ballare e a cantare 'ehhhh ehhhh ehhh Seeee, seee, seeee Sefyu!'.

 

Seduta al bar alzo il braccio seguendo la canzone. Per chi come me è impregnata da questa cultura, diventa impossibile non seguire il flow. "Dominique vieni un secondo". Chiamo con un cenno una delle bariste "ti devo mostrare un ragazzo dopo, esco con lui e mi devi dire se in passato ha frequentato questo posto. Voglio sapere se frequentava le ragazze del Calypso". In Senegal tutto diventa dubbio.

La menzogna, entrata di prepotenza nella vita comune fino a diventare normalità, ha trasformato i rapporti in relazioni paranoiche in cui tutti dubitano di tutti e allora, risucchiati dalla diffidenza, si cerca e si scava, si scava e si cerca nell'attesa di trovare quello che ci si aspettava di trovare fin dall'inizio.

"Chi, il tuo fidanzato? Mostramelo appena arriva, ti dirò subito se è uno conosciuto".

Lo so, ci sono caduta in pieno anche io ma il fatto di aver fatto amicizia con parecchie prostitute mi ha permesso di entrare in un mondo parallelo, in cui la sessualità è vissuta come un qualsiasi digestivo o dopo pasto, senza amore, senza attenzione, senza protezione. E certo mi farebbe un certo che sapere che la persona con cui esco potesse essere stato un frequentatore di giovani donzelle calypsiane.

Ripenso ad una conversazione avuta con una ragazza guineana nel mio negozio qualche giorno fa. Mi raccontava di essere appena tornata dal ginecologo e di seguire una cura ormonale per evitare gravidanze. "Ma non usi il preservativo durante i rapporti con i tuoi clienti?" le avevo chiesto sorpresa. 'Dipende, qui in tante non lo usano. Sono gli uomini che non lo vogliono e poi basta non restare incinta'.

La prostituzione in Senegal sa di un'emancipazione femminile marcia. E le giovani ragazze dei bar (e non solo) cos' sicure di loro stesse e della loro potente femminilità ci credono davvero, credono fermamete di essere loro a gestire corpo e situazioni, ma nella ricerca dell'estrema indipendenza e del soldo facile non si sono rese conto di aver perso la libertà. Sì la libertà quella vera, quella per cui non si dipende da nessuno e a nessuno si è obbligati a chiedere e a dare e la libertà di amare, in modo puro, sincero, incondizionato.

Ma l'amore, nelle notti senegalesi, sa di presa per il culo. E mentre finisco il mio martini mi godo la nuova hit dei Daraa j.


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Chiara Barison

blog.libero.it

 

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