IL CASO

LEGA, L' "ENFANT PRODIGE" VELLO

A BELLUNO BATTE IL DEPUTATO GIDONI

Belluno, il 22enne è il nuovo segretario provinciale del Carroccio

e succede a Vaccari. Sconfitto il «potente» ingegnere feltrino

 

BELLUNO – All’apparenza, un ragazzino. E anche all’anagrafe: 22 anni. Ma Diego Vello, “enfant prodige” di Lentiai (Belluno), occhiali da sole, faccia pulita, lavoro in uno studio tecnico per geometri e una mano nel ristorante di mamma e papà, dall’altro ieri è il nuovo segretario provinciale del Carroccio. Un’affermazione netta, quella al congresso di partito al centro Giovanni XXIII di Belluno, 91 voti contro 56: ha “mangiato la polvere” il candidato Franco Gidoni, ingegnere feltrino classe ’55, ma soprattutto deputato con buone aderenze a Roma e a Milano.

«E’ nella nostra logica – spiega Gian Paolo Gobbo, del consiglio federale -: significa che si è ben seminato, e che la filiera è importante». Già, perché nei commenti politici di esponenti più “navigati” prevale l’idea della Lega-carro armato, la falange macedone che funziona perché il meccanismo è oliato, e il singolo conta soprattutto come militante.

«Infatti non si tratta di “rinnovamento” – spiega il senatore Gianvittore Vaccari, ex-segretario provinciale – ma di consolidare l’azione del partito sul territorio, in vista del nostro obiettivo, l’autonomia».

Parole che Vello è pronto a ripetere: si definisce «un radicale». «Certo, 22 anni possono sembrare pochi – afferma il neosegretario - ma la tessera l’ho presa a 13 anni nel movimento giovanile; settore di cui sono stato coordinatore comunale a 14 anni e poi vice coordinatore provinciale; a 16 già guidavo il movimento nazionale studenti e da tre anni sono segretario di sezione (quattro Comuni). Due i motivi della mia affermazione: da una parte la militanza conta e non si fa differenze tra vertice e base; dall’altra le mie idee piacciono anche ai veterani. Perché sono un “grosso autonomista”, un indipendentista classico che accetta il federalismo come soluzione intermedia, con l’occhio di chi osserva la realtà dei fatti. E perché penso che una stretta sulle cariche ci voglia: un po’ di selezione per lasciare a casa gli “affaristi”, per i quali la Lega è solo un’occasione personale. E perché faccio la guerra ai doppi incarichi, questione che può crearmi qualche antipatia; ma alla fine i voti li ho presi anche per questo».

Ma i veterani li prenderanno gli “ordini” da un “ragazzino”? «Quando si entra nella Lega – continua Vello – si sa come vanno le cose: tutti devono rispettare le regole, lo statuto interno. Devono vedere in me non tanto la persona, quanto il ruolo, la funzione».

E riuscirà a confrontarsi con gli “scafati” colleghi di Pd e Pdl? «Se avessi avuto paura – afferma Vello – due giorni fa sarei rimasto a casa». In questo anche lo sconfitto è pronto a porgere una mano. «Vello – spiega Gidoni – avrà a disposizione un direttivo di nove membri, alcuni giovani come Andrea Rusalem e Andrea Stella, altri esponenti “storici” come Silvano Serafini, (detto “Orso grigio”). Ma poi, la Lega è una, le coperture ci sono, e qui non si lascia nessuno da solo».

 

Marco de' Francesco

Corriere del Veneto, 9 novembre 2010