IL CASO

Arriva il robot badante

Segue anziani e disabili

Risponde a ordini semplici

 

Che l’Italia sia un paese di anziani è ormai un dato di fatto: le nascite sono in continuo e progressivo calo; i dati Istat parlano di 7.000 neonati in meno rispetto al 2008, anno in cui si è raggiunto il record di natalità di 1,42 neonati per ogni donna residente, un numero piuttosto modesto, che tuttavia ha rappresentato il massimo storico degli ultimi anni.

In compenso in Italia, come nel resto del mondo, il numero di anziani è in graduale e costante aumento; e con esso crescono, com’è ovvio, i problemi legati alla gestione della loro salute, soprattutto se parliamo di anziani non autosufficienti.

Per far fronte al problema, negli ultimi anni si sono moltiplicate le case di riposo e le collaborazioni domestiche attraverso badanti e infermieri specializzati nell’assistenza agli anziani. Soluzioni senza dubbio di alta professionalità, ma che potrebbero lasciare spazio, in un prossimo futuro, ad alternative, per così dire, avveniristiche. Una di queste, in particolare, è senza ombra di dubbio, quantomeno singolare: l’ultima invenzione tecnologica si chiama Kompai, ed è un robot badante.

L’idea piuttosto singolare è venuta ad un’azienda francese. Per la verità, il piccolo ritrovato tecnologico ha già quattro anni di vita, ma è stato presentato ufficialmente solo pochi mesi fa: è stato infatti uno dei protagonisti dell’ICRA 2010, la conferenza internazionale sulla robotica e l'automazione tenutasi in Alaska nel mese di maggio.

Il robot è stato appunto progettato e realizzato per venire incontro alle esigenze di anziani e disabili. Grazie all’ingegno dei suoi inventori, infatti, il robottino è in grado di comprendere il linguaggio umano, arrivando persino a rispondere ad ordini semplici impartiti da qualsiasi persona, oltre che a spostarsi su richiesta o di propria iniziativa.

L’altra caratteristica fondamentale, e forse ancora più interessante in quanto lo rende estremamente versatile, è quella di essere costantemente connesso a internet. Grazie a ciò Kompai, attraverso un sistema di video-conferenza, è addirittura in grado di mettere in contatto la persona che lo utilizza con il proprio medico. Può inoltre essere comandato a distanza, ad esempio da un parente della persona anziana o disabile, che lo utilizza così per verificare visivamente le sue condizioni, o semplicemente sincerarsi che stia bene.

Insomma, le applicazioni possibili sono pressoché infinite. Il robot è in grado di ricordare tutti gli appuntamenti della giornata del “paziente”, proprio come il più scrupoloso dei maggiordomi, dall’orario in cui assumere i medicinali alla lista della spesa da fare in base alla disponibilità del frigorifero.

Per il momento però dovremo pazientare ancora un po’ prima di vedere un simpatico maggiordomo futuristico scorrazzare per le nostre case. Kompai è stato infatti venduto per ora solo ad una ventina di clienti, per la maggior parte centri di ricerca, intenzionati a sviluppare nuove applicazioni per rendere la macchina maggiormente versatile ed efficiente. Secondo il direttore generale dell’azienda produttrice, l’obiettivo è quello di poter portare il piccolo robot a essere operativo nelle prime abitazioni private già tra due anni. Unica nota dolente, tanto per cambiare, è il prezzo: Kompai è attualmente valutato tra i 15 e i 20 mila euro. E una cifra del genere non è comunque in grado di risolvere uno dei mali più gravi di cui soffre, purtroppo, la maggior parte degli anziani: la solitudine.

  

Michela Barbiero