Ferruccio De Bortoli e enrico Cisnetto

Ferruccio De Bortoli (sin.) e Enrico Cisnetto

 

L'INTERVISTA

CORTINAINCONTRA, NUMERI DA RECORD

L'organizzatore Enrico Cisnetto si racconta

Svela la delusione del popolo moderato

Perché «tira aria di fine corsa»

 

 

Nove anni fa, agli inizi, quando ancora si chiamava "Cortina cultura e natura", bisognava pregarli in ginocchio. Ora fanno la fila: bussano ed entrano alla chetichella nella nuova sede, uno chalet alle porte del borgo. Un'umanità variopinta, alla ricerca di un posto al sole. Vip, presunti vip, scrittori, filosofi, politici, giornalisti, sessuologi, fisici, ministri, sottosegretari, esorcisti, criminologi, musicisti, sindaci, avvocati, ambasciatori, magistrati, critici d'arte e musicali.

Tutti in riga, con un sogno di popolarità in tasca. E tutti a fare la corte all'organizzatore, Enrico Cisnetto. «I più insistenti – spiega – sono gli scrittori improbabili, quelli che hanno pubblicato per case editrici mai sentite, e i politici di seconda fila, che fanno un gran pressing». Sì, perché "CortinaIncontra" (dal 24 luglio al 29 agosto) è una macchina oliata, fa tendenza; salire sul palco dell'Audi Palace (quest'anno numeri record: previsti 326 ospiti; e alcuni "si ripetono", per 467 presenze) dà notorietà, ma è anche "indicatore di fama": i concetti si incrociano e di qui la cassa di risonanza.

Due i segreti: «Anzitutto – continua Cisnetto – un linguaggio esplicito; e poi, qui i libri sono una scusa per parlare d'altro». Combinazione irresistibile, formula astuta, fa di CortinaIncontra un'appendice estiva del Parlamento: si presta alle cannonate. «Quando Castelli (Roberto, Lega Nord) ha raccontato che il premier è caro a Hugo Chavez (presidente del Venezuela), il pubblico, moderato, è rimasto a bocca aperta. Ma come? Un dittatore comunista?»

E della politica è anche laboratorio. Si scorgono d'estate le tendenze autunnali. E future. «Anche quest'anno – continua – un enorme successo per Vittorio Feltri. A cena gli ho chiesto: "Che fai, ti lanci?". Perché nel centrodestra manca un "successore" che porti voti. "Ma no", mi ha risposto. Ma se devo dirla tutta, non mi ha convinto».

Perché, secondo Cisnetto, tra i moderati tira aria di "fine corsa". «Ogni anno Paolo Mieli (ex direttore del Corriere della sera) ha confidato al pubblico di aver fatto la guerra al premier, prendendosi bordate di fischi. Quest'anno, applausi». Come mai? «Il pubblico tra Berlusconi e Fini, nel gioco della torre, butterebbe giù il "traditore". Ma anche i pezzi grossi del Pdl ti raccontano in privato che sono delusi dai criteri di selezione della classe politica».

E la sinistra? «Io Bersani l'ho invitato, ma non c'è venuto. Ha fatto male. D'altra parte, di là non c'è più nessuno che faccia pienone». Di Pietro? «Sono garantista, lui non viene». Oltre la politica, diversi avvenimenti. «Mi ha colpito l'atteggiamento di Massimo Ciancimino. Davide Giacalone (firma di "Libero") ne ha fatto un pungiball per ore. Un sacrificio. Alla fine ha detto:"Porto il peccato originale di mio padre, lo so; ma faccio questo per mio figlio". Spero che sia vero».

E poi le serate sull'arte. «Philippe Daverio è spettacolare, anche in privato. Un vulcano, col gusto del paradosso colto».

E la sera si aprono le case che contano: ristoranti e locali sono per sfigati. Coin, Stefanel, l'ex senatore Giovanni Amabile, Toni Concina (sindaco di Arezzo) e l'artista Mauro Menardi Menego (ieri, raccontano altre fonti, ha attovagliato Bruno Vespa, Mario Moretti Polegato, Giovanni Perassinotto e altri: costolette d'agnello, polenta, tomini di fomaggio. Qualche bicchiere di troppo e canzoni sboccate): nel complesso, un giro di 30 famiglie. «Tutti la sera – termina Cisnetto – tranne Pietro Marzotto: lui i vip li prenota anche a pranzo».

  

Marco de' Francesco

Corriere del Veneto, 22 agosto 2010