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mozzarelle azzurre

La coppa di Marcello Lippi

Scandalo mozzarelle azzurre:

11 hanno giocato contro la Slovacchia

L'Italia esce al primo turno

Ultimo posto nel girone più agevole

Il mondiale sudafricano è finito

 

Forse è meglio così: la spocchia del ct era sinceramente insopportabile. E poi, considerate le prime due "prestazioni" con Paraguay e Nuova Zelanda - che noia mortale, che cronica carenza di idee - se anche avessimo vinto l'ultima partita del girone non saremmo andati molto lontano.

E invece la Slovacchia ci ha massacrati. E con pieno merito: ai bianchi riusciva semplice ciò che gli azzurri dovevano faticare di metro in metro, conquistare con i gomiti, penare in tutti i settori del campo. Alla fine i talenti sembravano loro, e noi i debuttanti.

Le cose sono andate male sin dall'inizio. Gattuso, Pepe, Montolivo, De Rossi irriconoscibili; in generale una squadra paralizzata dall'impeto degli Slovacchi che con pressing asfissiante bloccano le iniziative, scontate e al rallentatore, degli azzurri. Al 6° ci prova Hamsik, che grazia Marchetti ciccando la palla in area di rigore; al 25° il primo dei tre fulmini si abbatte sull'inferma compagine di Lippi: erroraccio di De Rossi in appoggio, Vittek si invola e segna rasoterra. Per l'Italia è la fine: lo capiscono tutti, in panchina; nessuno chiede la riscossa e le facce del ct e di Buffon la dicono lunga.

Il secondo tempo è appena più onorevole. Via Gattuso e dentro Quagliarella, Maggio al posto di Criscito. Al 56° la mossa della disperazione: fuori Montolivo, dentro il convalescente Pirlo. E, nonostante il raddoppio di Vittek al 73°, qualcosa si muove. Il povero Pirlo è dovunque, domina, gioca come sa fare lui. All'81° Di Natale riapre le speranze azzurre, all'85° annullato il gol del pareggio a Quagliarella, per un fuorigioco molto dubbio. Ma ci si mettono anche gli astri: all'88° Kopunek approfitta di un errore difensivo fantozziano, tipo partitone scapoli contro ammogliati, e ci punisce per la terza volta. Inutile, anche se molto pregevole, il raddoppio al 92° di Quagliarella all'incrocio.

E' vero: in Sudafrica le differenze tra squadre sono meno evidenti che in passato: se escludiamo Brasile (non sempre) e Argentina, non ci sono più "big", e Germania e Inghilterra sembrano allo stesso livello di Stati Uniti e Ghana. La Francia si è ammutinata, ma sarebbe uscita lo stesso. Il Cile può raccogliere più punti delle Furie Rosse. E allora? Significa che piccoli team come la Slovacchia hanno imparato la lezione, si sono attrezzati con tattiche più meditate che non non concedono passerelle al nemico; la buttano sulla forza, sull'esercizio e, senza timori reverenziali, possono pure prevalere. La soluzione? La classe: Pirlo non sembrava tetraplegico come i suoi compagni, forse perchè è in grado di gestire con arte le angustie. In questo contesto, lasciare a casa i talentuosi, i mezzi genietti come Cassano e Balotelli sembra quasi un delitto. In fondo, è una metafora della globalizzazione: in un mondo dove tutto è uguale, solo ciò che ha un carattere proprio, singolare e definito emerge.

Marco de' Francesco