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Giovanni Paolo II

la medicina e l'etica

Padova, parto «miracoloso»
potrebbe fare Wojtyla santo

La madre: «Il liquido amniotico

è ricomparso mentre avevo in mano la sua foto».

E il Vaticano si interessa al caso

 

PADOVA — Tra le mura dell'Azienda ospedaliera di Padova si custodisce il segreto di una storia prodigiosa accaduta cinque anni fa. E' la storia del parto di Enrico (nome di fantasia), un bimbo nato sano nonostante la madre avesse perso, alla quindicesima settimana di gravidanza, tutto il liquido contenuto nel proprio sacco amniotico. Una congiuntura di solito fatale per il nascituro. L'episodio, che risale al dicembre del 2005, è riaffiorato in questi ultimi giorni in ospedale sull'onda di una voce, rimbalzata da Roma, che dice che del caso si stia occupando la Sacra Congregazione per le cause dei Santi. L'interessamento del Vaticano si dovrebbe al fatto che la donna, dopo aver avuto dai medici la notizia che il figlio non sarebbe nato, avrebbe affidato il piccolo alla grazia di Karol Wojtyla, il papa polacco morto il 2 aprile 2005. La madre, inoltre, al momento del parto avrebbe tenuto in mano una fotografia di Giovanni Paolo II.

Che si sia trattato, dunque, di un miracolo? La vicenda è estremamente delicata. Ed è ulteriormente complicata dalla circostanza che il bambino verserebbe ora in cattive condizioni di salute. Ma l'eccezionalità dell'evento, unita alla grande ascendenza che ancora trasmette la figura di papa Wojtyla, rendono il caso di notevole interesse. L'eco del possibile interessamento della Sacra Congregazione per le cause dei Santi rispetto alla prodigiosa nascita padovana era stato già captato in realtà l'anno scorso da alcuni vaticanisti della Germania. Nell'ottobre del 2009, infatti, la televisione pubblica tedesca Zdf aveva inviato all'ombra del Santo una propria troupe per raccontare la storia del «miracolo» di papa Wojtyla. L'Azienda ospedaliera, che per il momento non ha ritenuto di rilasciare dichiarazioni sul fatto, ha però confermato che i medici che al tempo seguirono il parto ritennero il caso «straordinario ». Addirittura non riscontrabile in letteratura, se non in rarissime ipotesi. In assenza di prese di posizioni ufficiali, tuttavia, resta il racconto della eccezionale gravidanza fatto nel maggio del 2006 dalla stessa madre di Enrico, Elisabetta. Che ha riportato sulle pagine di un forum femminile on line la storia (corredata anche dalla propria foto e da quella del piccolo).

«Le ecografie diagnosticavano una situazione sempre peggiore - si legge all'inizio -: il liquido amniotico era sempre meno. Finché i medici non hanno iniziato a scrivere, nel referto ecografico: "Liquido Amniotico: assente". Attendevamo dunque con angoscia il giorno che sarebbe stato l’ultimo del nostro bimbo. La diagnosi è la stessa: il bambino non ha alcuna speranza di sopravvivenza, tra non molto il suo cuore cesserà di battere e si dovrà procedere alla sua espulsione tramite parto abortivo». Poi però ecco la svolta, avvenuta qualche giorno prima del parto: il liquido amniotico improvvisamente ricompare. «Nessun medico è stato in grado di dare una spiegazione scientifica alla cosa - ricorda Elisabetta -. Tutti, compreso il primario, si sono mostrati interdetti, meravigliati. Io guardo il Cielo e strizzo l’occhio a chi, per un motivo che non conosco, ha accolto le mie preghiere. E’ come averlo avuto due volte, come assistere ad una resurrezione. Ce l’abbiamo fatta. Abbiamo lottato, uniti fino all’ultimo, contro ogni speranza».

 

Giovanni Viafora

Corriere del Veneto, 30 aprile 2010