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ECONOMIA

Natimortalità imprese artigiane

per Mario Pozza

il Veneto è alla canna del gas

 

«Siamo alla desertificazione dell’indotto». Parola del presidente della Confartigianato Treviso Mario Pozza sui dati, poco confortanti, di natalità e mortalità delle imprese venete nel primo trimestre 2010: si sono iscritte in camera di commercio 10.219 aziende, contro le 12.498 cessazioni; il saldo è - 2.279. Lo stock, al 31 marzo scorso, ammontava a  503.272, con un tasso di crescita pari a -0,45%; nello stesso periodo del 2009 era -0,76%.

Il segno meno è proprio dei dati dell’intera Penisola, ma quelli veneti sono comunque più gravi di quelli medi nazionali: il tasso di crescita italiano, nel primo trimestre 2010, è pari a -0,27%. Va male soprattutto  per l’artigianato veneto. Le iscrizioni, nello stesso periodo, sono solo 2.417, contro le 4.250 cessazioni: il saldo è pari a – 1.833. Con 142.103 imprese artigiane al 31 marzo scorso,  il tasso di crescita è pari a – 1,27% (contro un valore nazionale di -0,94% e il dato veneto del primo trimestre 2009 di – 1,59%). 

«E il peggio deve ancora accadere  - continua Pozza –: tra una ventina di giorni, quando sarà tempo di dichiarazione dei redditi, con gli artigiani prosciugati e che si trovano di fronte agli studi di settore. Vero che la Cassazione è stata chiara: gli studi non hanno carattere probatorio; ma poi l’agenzia delle Entrate ci ha fatto sapere che la loro interpretazione è diversa».

Perché le imprese chiudono anche dalle nostre parti? «Perché – argomenta il presidente – non ci sono più prospettive. E non c’è più voglia d’impresa. E’ non è soltanto la crisi; quella è in tutta Europa. Ma da noi ci sono disgrazie aggiuntive, come il costo dell’energia elettrica, la burocrazia, il patto di stabilità che ha bloccato i lavori pubblici, la difficoltà della concessione del credito, e altro. E tra tassazione diretta e indiretta, l’asse portante della Regione e del Paese, la piccola impresa, non regge più».

E poi chiudono le grandi aziende. «Che – continua Pozza - con concordati fallimentari al 20%, fanno morire anche i terzisti. E chiudere i battenti è un attimo ma non è così facile: ci vogliono risorse anche per quello».  In Veneto agli artigiani qualche vantaggio resta. «La Regione – termina Pozza – ci ha dato una mano con gli ammortizzatori sociali e con il credito. Ma non basta, il problema è serio e non so neanche se ne usciremo».

 

Marco de' Francesco