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falso cieco

PADOVA

Figlio fa pedinare poi denuncia il padre
«Non è cieco, finge». Aperta inchiesta

Il giovane era costretto a contribuire al mantenimento dell’anziano

invalido all’80% per una malattia agli occhi

Fascicolo per falso e truffa in procura

 

PADOVA - La denuncia di un giovane padovano contro il padre, finita in questi giorni sul tavolo del sostituto procuratore Sergio Dini, rappresenta solo l'ultimo atto di una storia dai tratti paradossali. Quasi grotteschi. Tutto ha inizio qualche mese fa, quando il tribunale civile di Padova condanna il ragazzo (e la sorella) a mantenere il padre quasi completamente cieco con un assegno mensile di circa 300 euro. I due figli, però, non accettano l'imposizione del tribunale, perché ritengono che il padre non sia affatto invalido. «Quei soldi non glieli vogliamo dare, lui ci vede», dicono.

Dato però che non possono disattendere la decisione della magistratura, cominciano a sborsare il denaro. Dopo qualche settimana, tuttavia, al ragazzo balza in testa un'idea: decide di far seguire il papà da un investigatore privato, in modo che si accerti che il genitore non sia invalido. Detto, fatto. Il figlio si rivolge ad un detective e gli chiede di mettersi alle calcagna del padre, scattando foto e registrando video. L'investigatore fa il suo dovere e porta al ragazzo le foto del padre che zappa un campo e la testimonianza della badante, che dice che l'anziano qualche volta se ne esce di casa da solo. Per il ragazzo è la prova che il tribunale civile si era sbagliato e che lui non avrebbe dovuto mantenere il padre. Raccolta la documentazione il figlio ha dunque compilato l'atto di querela contro il padre e ha portato tutto in procura. L'anziano genitore rischia ora un processo per falso e truffa ai danni dello stato; il figlio, invece, deve saldare la parcella dello Sherlock Holmes a cui si era rivolto. Una parcella ben superiore ai 300 euro che deve mensilmente al padre.

Giovanni Viafora

Corriere del Veneto 15 maggio 2010