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IPPOTERAPIA

TERAPIE COMPLEMENTARI

Uomo e animale

relazione di benessere

Il Centro di referenza nazionale

per gli interventi assistiti dagli animali

 

Il Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti dagli animali è  stato assegnato dal Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali con decreto del 18 giugno 2009 (G.U. n. 225 del 28-09-2009) all’Istituto Zooprofilattico delle Venezie con sede presso il Centro Pet therapy dell’Ulss 4 a Montecchio Precalcino (VI). La pet therapy è un’attività che ha suscitato interesse e grandi speranze nell’opinione pubblica e nella comunità medica. Per questo nel 2003 il Ministero ha riconosciuto ufficialmente l’utilizzo di animali da compagnia ai fini terapeutici e ha sancito, per la prima volta nella storia del nostro Paese, il ruolo che un animale può avere nella vita affettiva di una persona, nonché la valenza terapeutica degli animali da compagnia. La principale ragion d’essere di queste pratiche è riposta, infatti, nel beneficio che ne può trarre l’uomo relativamente alla propria salute e al proprio benessere, senza però trascurare l’interesse dell’animale. Si deve quindi instaurare tra i due una vera alleanza terapeutica. Dunque, in un momento in cui nel nostro Paese sta crescendo sempre più l’interesse verso la pet therapy e dove non esiste un accreditamento ufficiale delle strutture, si sente la necessità di avere delle evidenze scientifiche sia in ambito umano che in ambito animale, per poter regolamentare le diverse realtà presenti nel territorio. E’ in questo contesto che il Centro di referenza promuove la ricerca per la standardizzazione di protocolli operativi, per il controllo sanitario e comportamentale degli animali impiegati nei programmi e il miglioramento delle conoscenze circa l’applicabilità di tali interventi in determinate categorie di pazienti. Il Centro inoltre opera attraverso la collaborazione fra medicina umana e medicina veterinaria, per individuare sinergie operative e di ricerca in grado di garantire un miglioramento dei risultati delle attività svolte nel settore di interesse. Organizza e gestisce percorsi formativi, training scientifici e tecnici e mette a disposizione consulenti ed esperti in pet therapy. Le attività del Centro sono inoltre finalizzate alla raccolta di dati e alla diffusione di informazioni alla comunità nazionale e internazionale per creare evidenze scientifiche riguardo l’efficacia dell’intervento e i costi, anche rispetto a pratiche alternative. 

INTERVISTA al responsabile del Centro di referenza nazionale

Gaddo Vicenzoni 
 

Dove nasce la pet therapy e quando comincia il Veneto a scommettere su questa terapia complementare? 

«In Italia la pet therapy arriva sulla scia di esperienze avvenute nel mondo anglosassone già dalla metà del ‘900. Nel nostro paese la prima evidenza risale al 1987 quando a Milano si svolse il primo convegno sul “ruolo degli animali nella società odierna”. Successivamente negli anni Novanta si sviluppa in Italia una nuova disciplina definita “Zooantropologia” che si occupa di approfondire il rapporto uomo-animale. Ma è nel 2003 che finalmente le Istituzioni riconoscono ufficialmente la pet therapy, quando con l’Accordo Stato Regioni si definiscono le finalità e gli scopi di questa disciplina. In Italia esistono molte realtà riguardanti gli Interventi Assistiti dagli Animali (IAA) sparse nelle diverse regioni soprattutto nella provincia autonoma di Trento e in Emilia Romagna; ma è il Veneto a porsi da capofila a partire dal 2005 con la Legge regionale in materia di Pet therapy (3/05) e con l’emanazione delle “Linee guida regionali in materia di pet therapy”. Da quel momento nella nostra regione numerose realtà già presenti sul territorio hanno dato vita a progetti strutturati e riconosciuti come nel caso di “Net Pet Therapy”».  

Come fa ad essere terapeutico un animale?

«Non è  l’animale ad essere terapeutico, ma la relazione che si crea tra animale e paziente. Inoltre la pet therapy deve essere considerata una co-terapia che non può sostituirsi all’eventuale uso di farmaci, ma può aiutare il paziente a migliorare la propria condizione ed in certi casi può contribuire al raggiungimento della guarigione dalla patologia».   

Nella pet therapy non si predilige un unico animale…

 

«Negli IAA (Interventi Assistiti dagli Animali) vengono impiegate diverse specie animali, cane e cavallo principalmente, ma esistono esperienze anche con l’asino (la cosiddetta onoterapia), con gatti e conigli. Le diverse specie animali possono essere impiegate sia nell’ambito delle Attività che in quello delle Terapia e la scelta dell’animale più idoneo per lo scopo che si vuole raggiungere risulta attualmente a carico delle figure professionali coinvolte nell’équipe. In merito a questo, tra gli scopi del Centro di referenza c’è quello di dare dei pareri in merito alla scelta della specie più idonea da utilizzare per una determinata patologia in base ad evidenze scientifiche. Ricordiamo comunque come il cavallo sia largamente impiegato negli interventi di riabilitazione motoria».   

Che tipo di requisiti deve avere una struttura per svolgere attività  di Ippoterapia?

 

«Purtroppo non esistono requisiti specifici dettati da normative. Il Centro di referenza lavorerà per costruire protocolli e procedure di accreditamento. I requisiti richiesti dovranno essere sia strutturali che di gestione in merito alle figure professionali coinvolte. Ad ogni modo la modalità operativa scelta dal Centro di referenza e dalle Linee guida regionali del Veneto si basa sulla presenza di un’équipe multidisciplinare all’interno della quale devono essere chiare le diverse responsabilità».   

Esiste un elenco di strutture che praticano l'Ippoterapia in Veneto e in Italia?

 

«Non esistono banche dati ufficiali nazionali».  

Ci sono in atto dei progetti significativi che vuole segnalare? Se sì, quali?

 

«Al momento ci stiamo occupando di due importanti progetti di ricerca: uno presso una casa di riposo in provincia di Verona che studia l’efficacia della terapia assistita dagli animali nei confronti della depressione dell’anziano, un altro invece riguardante il problema del bullismo che si svolgerà in provincia di Vicenza. In futuro lavoreremo anche su progetti di Ippoterapia».   

Alberto Salmaso

pubblicato sul numero di aprile 2010 del trimestrale NES