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bastione alicorno

LE MURA A PEZZI

Bastione Alicorno sequestrato

Sette indagati

Un anno fa il crollo delle mura

Avviso all’ex soprintendente e a due dirigenti comunali

 

PADOVA - Il 26 marzo dell'anno scorso una trentina di metri del bastione Alicorno sono crollati alla base del mura cinquecentesche. E secondo il pubblico ministero Renza Cescon ci sono delle colpe gravi all’origine di quel crollo, tanto che nel registro degli indagati sono stati inseriti sette nomi, tra cui quello dell’allora sovrintendente ai beni artistici del Veneto G. M., quelli di G. B. e L. G., responsabili del «Settore Verde, Parchi e Giardini» e di quello dell’Edilizia Monumentale, dirigenti del Comune direttamente coinvolti nei lavori di consolidamento del bastione e tre imprenditori legali rappresentanti delle ditte che i lavori li hanno eseguiti, oltre a un tecnico della sovrintendenza di cui non sono stati resi noti i nomi. Sospettati dal pubblico ministero di non aver compiuto tutti gli atti amministrativi e tecnici necessari alla conduzione in sicurezza dei lavori sul bastione franato sotto gli insulti delle intemperie, fortunatamente di pomeriggio ed in un momento in cui nessuno dei bambini che frequentavano le scuole vicine al manufatto militare era nelle vicinanze.

Le indagini sono state portate avanti in questi mesi dal nucleo di tutela del patrimonio artistico dei carabinieri di Venezia che hanno affiancato i colleghi della compagnia di Padova nei rilievi nell’acquisizione di documentazione in Comune e presso le ditte che negli anni si sono avvicendate nei lavori di manutenzione del bastione. Nei giorni scorsi è stata posta sotto sequestro preventivo una porzione di circa tremila metri quadrati dei «Giardini del Bastione Alicorno». «L’area interessata dal provvedimento, comprendente la parte sottostante il fronte del crollo - si legge ijn una nota diffusa dai carabinieri di Venezia - i due tratti di cortina del paramento murario assicurati da ponteggi e la zona antistante fino al giardino del primo plesso della scuola per l’infanzia "Madonna di Lourdes", attualmente ancora chiusa per ragioni di sicurezza». Una scuola che non riaprirà. «Come per altro già previsto due anni prima del crollo e cioè nel 2007 - precisa l’assessore comunale all’edilizia scolastica Claudio Piron - ci siamo resi conto anni fa che lo stato e la posizione in cui si trovava l’asilo e anche l’altro plesso scolastico vicino consigliavano lo spostamento in un edificio di nuova costruzione, piuttosto che insistere con lavori di ristrutturazione che sarebbero costati di più di una scuola nuova di zecca. Fortunatamente abbiamo appunto agito per tempo tanto che il cantiere del nuovo edificio scolastico di via Buzzaccarini è già aperto da alcune settimane e se tutto procederà come preventivato il nuovo plesso scolastico sarà pronto per l’inizio del prossimo anno scolastico ».

Più o meno quando si terrà l’udienza preliminare per cui il sostituto procuratore Renza Cescon chiederà il rinvio a giudizio per crollo colposo delle persone attualmente sottoposte ad indagine. Alla vigilia della chiusura del fascicolo d’indagine sembra comunque che la responsabilità penale degli indagati sia differenziata e non del tutto chiara. I lavori sul bastione si sono stratificati negli anni a partire da un intervento radicale risalente agli anni ’50 i cui responsabili non sono più in vita per ricostruirne le fasi. L’iscrizione dei sette indagati è stata compiuta come atto dovuto proprio per dare ai tecnici la possibilità di produrre memorie ed effettuare perizie di parte che poi verranno esaminate dal giudice per l’udienza preliminare che dovrà decidere se e come i sospetti del pubblico ministero abbiano basi solide.

 

Alberto Gottardo

Corriere del Veneto, 9 aprile 2010