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IL CASO

La Pedemontana «taglia»

una villa del Quattrocento

Ambientalisti in rivolta. I proprietari: «Uno scempio»

 


GIAVERA DEL MONTELLO (Treviso)—L’asfalto si mangia l’arte. Succede di nuovo e l’asfalto in questione è quello della Pedemontana, che passerà a 300 metri dall’ingresso di Villa Agostini a Giavera del Montello. E’ la villa che probabilmente Andrea Palladio visitò prima di diventare «il» Palladio, tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Dopo la vicina Villa Venturali Fanna, altro pregevole esempio di architettura settecentesca, ecco un altro gioiello d’arte per cui il vincolo monumentale che grava sul corpo principale, sul piccolo oratorio, sugli annessi e sul parco rimasto miracolosamente intatto per oltre cinque secoli diventerà carta straccia per costruire la nuova superstrada. I proprietari, e non solo, si sono mobilitati con il sito Internet www.salviamovillaagostini.org e una petizione.

La rivolta È in piena mobilitazione anche l’associazione «Dimore Storiche Italiane» che sta coinvolgendo «Italia Nostra». «Villa Agostini è un complesso pre-palladiano rilevanza storica estrema — spiega il proprietario, Francesco Agostini —. Una villa di questo valore, portata ad esempio negli studi per il cinquecentenario di Andrea Palladio lo scorso anno, sarebbe da Unesco, mentre qui si ragiona con logiche da terzo mondo». E in effetti si ipotizza che Palladio abbia visto questa villa, villa Barbaro è poco lontana e il tessuto economico di allora era connesso dalla Brentella costruita nel 1460. Una serie di lettere dell’epoca fa pensare che ci sia stato un incontro fra un giovane Palladio e Tiretta, prima proprietaria fino al 1818, quando il complesso passò alla famiglia Agostini. Tanto è il valore della villa che il primo vincolo storico artistico per difenderla anticipa la legge sui Beni Culturali del 1930 e il secondo vincolo allarga l’area «blindata» anche alla campagna che si estende davanti e dietro alla dimora, un provvedimento deciso alla luce del più recente Codice Urbani, codice dei Beni Culturali. In pratica, su tutta l’area c’è un vincolo monumentale per preservare fondo, villa, parco, chiesetta e la campagna circostante da quasiasi sfregio. Invece, a breve, secondo l’ultimo tracciato della Pedemontana, la campagna antistante la villa sarà tagliata di netto dalla superstrada in trincea, a una distanza di circa 200 metri dal cancello e di 300 dalla villa.

In trincea Sono giorni frenetici per i proprietari delle ville antiche del Trevigiano. Francesco Fanna ha recentemente depositato le sue osservazioni a Veneto Strade, in cui suggerisce una soluzione all’impasse con un tratto in galleria anziché in trincea, per mitigare l’impatto della nuova strada. Per tutti parla l’ingegner Giorgio Zuccolo Arrigoni, presidente dell’associazione: «Oltre ad Italia Nostra sentiremo anche il ministero. Stiamo parlando di due ville da salvare, mentre si sta trascurando nel modo più radicale qualsiasi vincolo ambientale e artistico. E’ un momento difficile per l’Italia ma ricordiamoci che le distruzioni sono permanenti, restano, come sono finiti per sempre in frantumi gli affreschi di Mantegna nella cappella Ovetari di Padova, bombardata dagli americani durante la guerra. Le soluzioni alternative al tracciato della Pedemontana ci sono. Neppure i costi sarebbero così esorbitanti, basta avere un minimo di sensibilità per il nostro prezioso patrimonio —prosegue Zuccolo Arrigoni —. E cito un esempio recente, villa Combi a Martellago correva lo stesso rischio col Passante. Allora la sovrintendente Maria Teresa Rubin de Cervin si impose e la salvò. Sono convinto che l’attuale direttore regionale del ministero dei Beni Culturali, l’architetto Ugo Soragni, farà la sua parte per salvare questi due gioielli. Lo preghiamo di intervenire facendo valere i vincoli presenti, perché questo è semplicemente uno scempio.


Martina Zambon

Corriere del Veneto

18 fabbraio 2010