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Violenze sui minori

continua l'incubo


Ogni giorno assistiamo, sgomenti, all'aggiornamento delle notizie di stupri e violenze nei confronti di minori. Nonostante l’indignazione generale, questo tipo di reato è sempre presente e sembra in continuo aumento. Non si tratta solamente di episodi che nascono in ambienti degradati, ma anche di stupri  da parte di minorenni nei confronti di coetanei.

Caratteristica tipica di queste aggressioni è la violenza di gruppo. Un leit-motif: una festa tra amici, compagni di scuola o di rione, qualche avances, gli alcolici ed il dramma inizia.

Per esempio il caso di Trento (inizi 2009) dove una 14enne che ha “bigiato” la scuola con gli amici è stata ubriacata e abusata da tre compagni minorenni; oppure la vicenda del casolare di Brescia, dello stesso periodo, dove un’altra ragazzina è stata stordita dall’alcool, spogliata e successivamente violentata da un gruppo di amici.

L’impennata degli  stupri commessi da minorenni è più che raddoppiata dal 1996 al 2006 e la componente italiana degli aggressori di età inferiore a 14 anni  incide di oltre il 5.5%.

Non si può dimenticare però, che la violenza sui minori spesso comincia proprio nella famiglia “allargata”. Per fornire un dato locale, nel centro regionale di protezione e cura dell’Ulss 16 sono un’ottantina i bambini che hanno subito violenza, di tipo sessuale per circa il 40%.

Problematica  complessa, riguarda ambiti diversi: medico, sociale, pedagogico, politico, etc. Non ha una sola spiegazione: non è solo colpa di modelli sbagliati o della banalizzazione del sesso; si tratta del non riconoscimento della vita in generale e della dignità dei singoli.

Senza dubbio le campagne antipedofilia promosse dalle Istituzioni, dagli Enti locali e dalle associazioni di volontariato sono di importanza assoluta sia nell’ ambito della prevenzione che informativo.

Ma anche un’attuazione più severa delle leggi con una rigida applicazione delle pene per i responsabili del reato, è aupicabile.


Alberto Salmaso