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Spot Tim, rivolta in Cadore
«Non è Val Gardena, si cambi»

Filmato con De Sica, Belen e le Dolomiti bellunesi

 


BELLUNO — Lo spot per la campagna invernale della Tim è accattivante: tante belle ragazze, capitanate dalla show-girl argentina Belen Rodriguez, che volteggiano sui pattini; tutte in calze bianche, mantellino rosso e cappellino alla Babbo Natale. Ma a qualcuno proprio non è andato giù. Anzi, nella località dove è stato girato tira aria di sollevazione popolare. «Colpa», per così dire, dell’altro noto personaggio che partecipa al video. E’ infatti l’attore Christian De Sica, che si lascia sfuggire la frase che costituisce il casus belli: «Mi chiamavano lo slittino umano della Val Gardena». Solo che lo spot è stato realizzato a Pieve di Cadore, e lo spettacolare arco montano sullo sfondo è quello delle Dolomiti venete. Apriti cielo! Sindaco e opposizione si ritrovano uniti nella protesta: inizia il consigliere comunale Osvaldo De Lorenzo, che chiede formalmente al primo cittadino di attivarsi presso la produzione perché l’audio sia modificato. E tocca al sindaco, Maria Antonia Ciotti, che conferma: «Così lo spot non va bene: chiamerò la società che lo ha realizzato. Devono utilizzare il termine 'Cadore'».

Insomma, niente più «slittino umano della Val Gardena» ma quello, nostrano, «del Cadore». Ma come è potuta accadere una tale svista geografica? «Ignoranza - chiosa De Lorenzo - ma si deve sapere che la fetta più bella delle Dolomiti è in Veneto». Ma c’è chi osa di più. Secondo il presidente degli albergatori della provincia di Belluno Gildo Trevisan due potrebbe­ro essere le motivazioni. «De Sica o la produzione potrebbero essere stati pagati - commenta Trevisan - e non ci sarebbe niente di male. La Tim può fare quello che vuole, e in uno stesso spot ci possono essere più messaggi pubblicitari. E’ nella logica del commercio. La circostanza, però, finirebbe per evidenziare lo strapotere mediatico e finanziario dei nostri vicini del Trentino Alto Adige. Se invece non fossero stati pagati, per certi versi sarebbe ancora più triste. Significherebbe che siamo caduti molto in basso, e che per dare lustro al prodotto si ricorre alla Val Gardena». Insomma, qualunque sia la motivazione, non c’è da stare troppo allegri. Ma una nota positiva c’è. «A ben vedere - termina Trevisan - lo spot potevano girarlo anche ai Carabi. Già il fatto che sia stato realizzato da queste parti un po’ di acqua al nostro mulino la porta».


Marco de' Francesco

Corriere del Veneto, 2 dicembre 2009