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Auto-scatto del grande regista da giovane

 

Stanley Kubrick

un genio a 10 anni dalla morte

 


Dieci anni fa, nella notte fra il 6 ed il 7 Marzo del 1999, moriva Stanley Kubrick, per molti uno dei più  grandi registi in assoluto.Nato a New York nel 1928, si affermò  prima come fotografo per “ Look “ e nel 1949 firmò  la sua prima regia. Si trattava del cortometraggio “ Day of the fight “ sulla vita del pugile Walter Cartier.Quindi ci furono “ The Flyin’ Padre “ sulle imprese di un curato che girava in aereo, e “ The Seafarers”,documentario sulle navi. L’esordio sul grande schermo è datato 1953, con “  Fear and desire “. E’ un’opera prima che non soddisfa il cineasta, che ne ritirerà la maggior parte delle copie. E’  però importante perché il tema della guerra sarà ricorrente in altre due pellicole. Nel 1955 Kubrick realizza “ Il Bacio dell’assassino “ ,importante perché sarà l’unica pellicola con un lieto fine. Nel 1956 il mondo si rende conto dell’effettivo talento di Kubrick: in associazione con il produttore James Harris egli realizza “ Rapina a Mano Armata “ ( “ The Killing “ ) tratto dal libro omonimo di Lionel White.  D’ora in poi il regista prenderà sempre spunto da romanzi preesistenti. Tratta di una rapina all’ippodromo raccontata da diversi punti di vista. E’ un noir cupo ma graffiante che, sebbene non entusiasmi il pubblico, ha un ottimo successo di critica. L’asse Harris Kubrick si ripete nel 1957 con “ Orizzonti di gloria “ dove giganteggia un grandissimo Kirk Douglas. Teatro è il primo conflitto mondiale, con le contraddizioni e le assurdità della guerra. Nel 1960 sarà  lo stesso Douglas a scegliere Kubrick per “ Spartacus “, primo film a colori del regista, che in seguito si trasferirà definitivamente in Inghilterra. Nel 1962 il cineasta lascia Harris e realizza “ Lolita “, tratto dal libro di Nabokov. Nel 1964 la satira fa da padrone nel delizioso “ Il dottor Stranamore “ dove ritroviamo Peter Sellers, reduce dal film precedente di Kubrick. Ambizioso risulta “ 2001: Odissea nello spazio “, tratto da “ The Sentinel “ di Arthur Clarke. E’ un ingresso nella fantascienza per il regista che a ritmo di valzer ( Strauss ) ci fa scoprire i segreti dell’Universo. Il film forse più noto di Kubrick è però il seguente: “ Arancia Meccanica “, tratto dal romanzo di Burgess. Cultura anni ’70, linguaggio particolare ( il celeberrimo Nadsat, misto di russo e bulgaro ) per Alex, capo di una banda che viene educato al bene per la ragion di Stato. E’ la critica alla violenza per Kubrick, strenuo difensore del libero arbitrio. La pellicola avrà un enorme successo e influirà molto sulle tendenze dell’epoca, oltre al trionfo personale di Malcolm Mc Dowell. Nel 1974 Kubrick si dedica a “ Barry Lyndon “, tratto dal romanzo storico di Tchakeray. Narra le avventure di Redmond Barry, ambientate nell’Irlanda di fine ’700.L’insuccesso al botteghino convincerà Kubrick a propendere per un lavoro più commerciale. Nasce così “ Shining “ , tratto dal terrificante romanzo di un allora giovanissimo Stephen King. Il regista si avvale di un istrione come Jack Nicholson nella parte principale, quella di uno scrittore che prende in custodia un albergo per la stagione invernale.Ebbro di suggestioni, l’ingresso di Kubrick nell’horror è da ricordare, anche se l’edizione italiana è mutilata.

Nel 1987 Kubrick torna all’antimilitarismo con “ Full Metal jacket “. Il film è diviso in due e se la seconda parte appare puramente convenzionale, la prima, quella relativa all’addestramento delle reclute per la guerra del Vietnam, è sconcertante ed ancora una volta il regista coglie nel segno. L’ultima fatica risale al 1997 quando K. Realizza “ Eyes Wide Shut “,tratto dal romanzo “ Traumnovelle “ di Arthur Schnitzler. Il regista  racconta il rapporto controverso di una coppia fra finzione e realtà. E’ una forma di testamento per Kubrick, che si congeda così dal pubblico. Nel film troviamo molti indizi dei film precedenti:  i fantasmi come in “Shining”,le ambizioni e le sconfitte di” Barry Lyndon”, le pulsioni di “Arancia Meccanica”e le maschere e gli elementi farseschi come nel “Dottor Stranamore “.

Kubrick va ricordato non solo per il suo talento, ma per la sua meticolosità nel lavoro, la sua passione, la sua precisione che lo hanno portato ad essere forse l’unico regista che ha sperimentato tutti i generi cinematografici, con una sapiente dose di ironia. Come disse sua moglie: Quando chiedevano a mio marito come se la passava, egli rispondeva: “Bene, continuo ad imbrogliare tutti “.  

 

 Massimiliano Granato