E’
accaduto anche questo negli Stati Uniti: Marilyn Leisz, una donna del
New Jersey, si è sottoposta ad un normale intervento estetico per
cercare di risolvere chirurgicamente un difetto congenito che portava
ad un progressivo abbassamento delle palpebre.
Da qui il calvario: nel 2000 la donna ha subito un primo “eyelift”,
nel 2005 il secondo. In questo secondo intervento il dottor Paul Parker,
il chirurgo a cui la donna si è rivolta, ha eseguito una procedura
chirurgica chiamata blefaroplastica (un aspetto della chirurgia che si
occupa di intervenire su difetti quali palpebre cadenti, borse di grasso
e occhiaie che oltre a invecchiare il volto della persona, possono anche
provocare problemi alla vista), per rimuovere tessuto e grasso della palpebra
in eccesso, spacciando l’operazione come “un intervento di
routine e poco rischioso”.
“Mi è stato detto che non avrei avuto alcun problema. Mi
è stato detto che avrei avuto una spetto più giovanile”,
ricorda oggi la paziente. “Quella promessa – dice –
si è trasformata in un incubo”. Ed anche quando gli occhi
apparivano bruciati e i condotti lacrimali non funzionavano correttamente
il medico la rassicurava dicendo che tutto faceva parte del normale processo
di guarigione.
Tanto normale che per lei, ormai da sei anni, anche dormire o fare la
doccia è diventata una vera impresa. “Per farmi la doccia
– racconta – devo mettere gel nei miei occhi in modo che l’acqua
e il sapone non entrino in contatto con gli occhi”. Prima di dormire
ancora gel, poi farmaci, infine una mascherina per evitare graffi. Con
addosso la paura di infezioni e ulcere corneali.
Nemmeno le ulteriori 30 dolorosissime operazioni correttive a cui si è
dovuta sottoporre negli anni successivi, sono riuscite a risolvere del
tutto il difetto. Almeno, grazie ad esse ora può parzialmente chiudere
gli occhi. Ma senza un ulteriore ma rischioso intervento chirurgico non
c’è alcuna possibilità che possa riconquistare la
semplice capacità di sbattere le palpebre, o chiudere completamente
gli occhi nel sonno.
Solo pochi giorni fa la donna ha ottenuto la prima, seppur piccola, soddisfazione:
un tribunale del New Jersey l’ha infatti risarcita con 115mila dollari,
dal momento che ha riconosciuto che il chirurgo non avrebbe eseguito l’intervento
con la dovuta diligenza. Tuttavia, la stessa giuria ha negato –
come invece sostiene Marilyn – che la donna non fosse stata avvertita
dei rischi sull’operazione. “L’importo del verdetto
– ha affermato, Roy Konray, avvocato della signora Leisz –
è ben al di sotto delle nostre aspettative. Ma siamo gratificati
del fatto che siamo stati in grado di ottenere una sorta di risarcimento,
perché i casi di malasanità relativi alla chirurgia estetica
sono davvero difficili da vincere negli Stati Uniti”.